giovedì 24 dicembre 2009

Auguro a tutti un Gioioso Natale all'insegna della Serenità, delle piccole cose e della Speranza.

Vi Auguro di trascorrere queste feste con le persone che più amate e che più Vi amano.

Buon Natale!

Un abbraccio a tutti.

giovedì 17 dicembre 2009

Freddo

Seduta su un marciapiede, mentre attendo il tram che mi riporterà a casa, porto l'attenzione verso l'alto.
I balconi sono pieni di luci natalizie.
Sposto il mio cappello viola davanti agli occhi per avere una visuale più nitida.
Il freddo si fissa sulle mie ossa, sulla mia pelle.
Chiudo le mani tra le due cosce per scaldarle.
Il mio sguardo continua ad osservare quelle mille luci colorate.
Esattamente come una bambina.
Noto una camera illuminata. Dietro la finestra una tenda mezza aperta ed una signora, che con i gomiti appoggiati sul davanzale, guarda fuori.
Avverto un piacere, al pensiero del tepore che può avvolgere quella stanza.
Assaporo il freddo. Non mi infastidisce come il solito.
Presto sarò anche io a casa.
L'impatto dal gelo all'accogliente calore, sarà magico, fantastico.
Una doccia calda, eliminerà il freddo dal mio corpo; una tisana lo eliminerà dal mio spirito.
E' bello sapere che dopo un periodo di freddo ci sarà il Sole a scaldarti.

martedì 15 dicembre 2009

Distanza apparente

Ti osservo dal mio divano marrone.
Cerco di scavare nel tuo spirito, per sentire le tue sensazioni.
Divise da un filo sottile creato dal tempo, chiacchieriamo come vecchie amiche, annullando la differenza di età.
Del resto ti ho sempre trattata come una persona e non come una bambina.
Ci raccontiamo del presente e di ciò che è avvenuto nel periodo in cui non ci siamo viste.
Un tempo per me infinito piccola mia.
Un periodo non voluto da noi, ma dalla stupidità degli adulti.
Intorno a noi si annulla tutto.
Avverto un brivido di freddo.
Un lieve imbarazzo.
Rivivo attimi di vita trascorsi insieme.
Alcuni me li ricordi tu.
Vorrei abbracciarti, stringerti, baciarti.
Vorrei cancellare il dolore che sicuramente ti avrò causato.
Vorrei che il tempo si fermasse e cancellasse questa distanza apparente.
Ma forse è proprio il passare del tempo che ricucirà le nostre ferite.
Con l'entrata della luce nella mia vita, sei tornata anche tu, grande gioia della mia vita.
Le lacrime prendono a scorrere, ma questa volta sono lacrime di felicità e speranza.

venerdì 11 dicembre 2009

Luce

E' venuta a farmi visita una Luce accecante.

Ho portato le mani davanti al viso, perchè quel bagliore era troppo forte, anche se piacevole.

Questa Luce ha sprigionato raggi di gioia lungo la mia anima, irradiando il mio spirito ed il mio corpo.

L'impatto con la realtà è stato duro, ma la gioia era troppo immensa.

Viva. Questa volta mi sono sentita Viva.

Ho aperto gli occhi ed ho visto tutto più chiaro.

Solo non riesco a capire come ho potuto fare a meno di tutte queste bellezze fino ad oggi.

La gioia che sento esplodere non può essere spiegata.

L'emozione è difficile da descrivere.

Come se il mio cuore si stesse aprendo, come se riuscissi a respirare meglio.

Questa Luce non la sento, ma la percepisco.

E' dentro me. Vive in me, avvolgendo la mia anima.

Il passato è tornato a farmi visita.

Solo un piccolo crollo, attimi di paura.

Infine l'ho scacciato.

Tornerà ed io spero che ci sarà sempre questa Luce a farmi sentire più forte.







giovedì 3 dicembre 2009

Sensazione

Una sensazione di gioia.

Pochi attimi di beatitudine, ricchezza interiore.
In seguito ad un tagliente e acerbo periodo.
Me la gusto totalmente, conservando un po' di quella emozione, per usufruirne in quei momenti in cui mi sembrerà di esplodere dalla rabbia.
Non so se il termine gioia sia giusto.
E' un misto tra malinconia, energia, felicità, un pizzico di tristezza e adrenalina per tutto ciò che il futuro mi riserverà.

Un'inaspettata voglia di uscire, correre, gridare, senza prestare attenzione ai giudizi della gente.
Distaccarmi totalmente dalla superficialità che mi gira intorno.
Sdraiarmi su un prato verde e assaggiare il freddo invernale, percepire il gelo sbattere contro i miei vestiti ed infine contro il mio corpo, la mia pelle.
E permettere a me stessa di sentirmi Viva.
Leggere un libro senza distrarmi e dover poi tornare indietro mille volte per non aver capito il concetto.
Viaggiare liberamente con la mente. Un po' come sto facendo ora, che immagino relamente ciò che scrivo.
Del resto, in questo momento, sono convinta che i sogni si possano avverare.
Ed infine mi abbraccerei, come sono solita fare.

Che sia gioia o no è una splendida sensazione.

venerdì 27 novembre 2009

Il mio Male

Ho sentito qualcuno parlare del mio male, quel male che cerco di sconfiggere ogni giorno con le mie sole forze.
Ho sentito questa persona dare del pazzo a colui che soffriva del mio stesso malessere.
Ho scrutato tutti coloro che le stavano intorno. Ridevano ripetendo che solo i pazzi possono fare cose del genere.
Ho avvertito un terremoto dentro me. Il cuore ha aumentato la velocità dei battiti, come se non fossero già elevati.
La mente è andata in tilt, i miei occhi avrebbero voluto sputare fuori quelle lacrime piene di rabbia, rabbia per non essere in grado di difendere me, difendere tutti coloro che soffrono di quello stesso strazio.
Silenziosamente ho allontanato il mio spirito dal mio corpo.
Voleva soffrire distaccandosi. Aveva bisogno di realizzare.
Frasi, idee, pensieri contraddittori che si urtavano nella mia mente.
Da una parte coloro che mi assicurano che non sono pazza, che tutto è nella norma, anzi di parlarne in mezzo alla gente.
Dall'altra persone che potrebbero deridermi, se dovessi raccontarmi.
Il mio spirito non è ancora rientrato nel mio corpo.
Deve ancora riempire alcuni vuoti che sono troppo dolorosi.
Sento che la notte sta per finire.

venerdì 20 novembre 2009

Il vuoto dentro me

Guardami dentro.
Osservami minuziosamente,
Scrutami nel profondo, aldilà delle apparenze.
Se mi esplorassi profondamente, vedresti dietro il mio sorriso degli occhi pieni di dolore.
Sono grandi perchè devono contenerlo tutto.
Esteriormente potrei risultare felice, o semplicemente serena.
Credi che quando mi fermo a fissare il vuoto è perchè sono distratta.
Purtroppo non è così.
Quello è il momento in cui estrapolo dal mio spirito il vuoto che ho dentro e portandolo davanti ai miei occhi lo contemplo.
La tristezza, le delusioni, i problemi sfoggiano davanti ai miei occhi, presuntuosamente, arrogantemente.
Io presto attenzione a questo loro scorrere.
Capisco di non essere felice e serena come voglio far credere e così prendo distacco dalla realtà.
Penso a ciò che provo e che non riesco ad esternare.
La mia desolazione, la mia angoscia.
Eppure il mondo non si ferma. Il tempo prosegue così velocemente che spesso mi sembra di perdere tante emozioni dalla vita.
Torno in me sempre perchè qualcuno mi riporta sulla Terra, chiamandomi.
Questo è ciò che provo. Non sono distratta.
Vorrei tanto che lo capissi.

mercoledì 18 novembre 2009

Il mio posto fantastico

Mi sono ritrovata a scappare dai ricordi, dai miei pensieri.
Mi sono rifugiata nel mondo creato da me.
Il solito posto fantastico, in cui mi nascondo quando non voglio riflettere, realizzare.
C'è chi mi dice che i problemi vanno affrontati.
Io non ho ancora capito come si fa.
Credevo di essere più forte, eppure ieri mi è tornato in mente il mio ultimo male.
Davanti a me stessa mi sono bloccata.
Il fumo della sigaretta annebbiava ancora di più i miei pensieri.
Il cervello sembrava essersi fermato.
Un ricordo tornato a bussare. In realtà non l'avevo mai dimenticato.
Certe esperienze lasciano il segno, macchiano la tua anima.
Fingi di non vederle, ma prima o poi tornano a farti visita, magari attraverso un programma televisivo, un film, una canzone.
Proprio come è successo a me ieri sera.
Ho visto proiettato su un'altra donna ciò che è stato fatto a me.
E' stato come ricevere una freccia in pieno petto.
In quei momenti non sono nemmeno in grado di piangere.
Tanta voglia di tirare fuori questo forte dolore, ma la Vergogna, la paura di non essere creduta, ascoltata, me lo impediscono.
Allora preferisco dormire, sperando che il sonno cancelli tutto.

giovedì 12 novembre 2009

Ritorno

Nell'esatto momento in cui avevo pattuito con me stessa di prendere la mia vita in mano, cominciando ad assaporarla.
Nell'esatto momento in cui avevo creduto di vedere un raggio di luce.
Nell'esatto momento in cui vedevo il futuro un po' più sicuro, chiaro, stabile.
Nell'esatto momento in cui avevo deciso di accantonare i pensieri cattivi del passato e del presente.
E' proprio quando avevo deciso di superare ogni trauma e dimenticare alcuni ricordi tristi ed altri celati nel profondo della mia mente, che ti ritrovo davanti.
Sbattendoti contro sento dolore. Come una lastra di ghiaccio che mi sferza il viso.
Tornano a galla tutte le vecchie ferite, la rabbia e l'odio nei tuoi confronti. Il mio non ricordare, l'aver dimenticato quasi tutto di quel giorno in cui gli innamorati sono soliti scambiarsi regali ed effusioni. Quel giorno che dal calendario della mia testa è stato rimosso.
Sono ancora legata a te. Mi sento un' ex tossica, drogata di un amore malato. Tu mi fai ancora effetto. Come un ex alcolizzato che si trova davanti un bicchiere di vino. Non lo berrà, ma sicuramente avrà uno scombussolamento interno non indifferente.
Vorrei chiederti mille spiegazioni, per porre fine alla mia tortura e dare risposte a domande che mi pongo da anni. Ma la paura della tua reazione supera tutto. I tuoi comportamenti li ricordo bene. Un solo tuo sguardo mi terrorizzava.
Dovrò cercare nel mio inconscio. Lì si sono nascoste tutte le tue impronte crude. Lì si sentono al sicuro e non vorrebbero uscire.
Eppure avevo deciso di evitarlo questo lavoro duro e faticoso.
Sembra che il Destino non fosse d'accordo.
Perchè Destino mi fai questo? Vuoi forse distruggermi la vita?
Ma soprattutto perchè me la prendo col destino, in cui neanche credo?
Come ho potuto pensare di dimenticare ciò che la mia mente non mi permetteva di ricordare?

martedì 10 novembre 2009

Dannata Malinconia

Quella vita è scivolata via.
L'ho vista correre al mio fianco.
Mi ha sorpassata.
Ed io mi sono salvata dall'ignoto oscuro, saltando sul primo treno con destinazione misteriosa.
Tu sei rimasta giù, col tuo sguardo perso.
Eppure non sono stata in grado di dimenticare i momenti trascorsi con te, fragile sorella.
Quante frivolezze commesse in quella luce offuscata, poco luminosa.
Imprudenze che ci facevano ridere ed oggi posso ricordarle col sorriso.
Un sorriso che mi lascia dietro un po' d'amaro.
Tutta colpa di quella dannata malinconia.
Si aggrappa agli appigli nostalgici della mia mente.
Si insinua leggiadra come una ladra nei miei pensieri.
Nel rubarmi momenti indimenticabili, li lascia scorrere davanti ai miei occhi lucidi.
Rivivo il nostro legame forte, talmente forte da superare momenti atroci, struggenti.
La mia mano, la tua mano si stringevano. Asciugavi le mie lacrime. Io le tue. Ascoltavamo le stesse canzoni. Parlavamo la stessa lingua in materia di emozioni. Commettevamo errori simili.
Eravamo insieme.
Avverto proprio questa mancanza oggi.
La tua presenza.

giovedì 5 novembre 2009

Il Cerchio

In una serata particolare, magica e suggestiva, ci ritroviamo a parlare del nostro trascorso, amica mia.
Isolate dal mondo intero ci raccontiamo dei nostri ricordi inerenti alla fanciullezza, le nostre bravate.
Insieme cerchiamo di rimettere i pezzi, attimi vari, controllando che combacino tra loro per ricostruire la storia della nostra Adolescenza.
Adolesenze rubate, per molti versi difficili, ma simili.
Questo ancora oggi ci unisce.
Tiro fuori per l'ennesima volta stralci del mio trauma, la sofferenza della tua uscita di scena, il mio sentirmi sola.
D'improvviso diventi seria e mi dici che non mi avresti dovuto abbandonare. Forse sarebbe stato tutto diverso.
Io sorrido e penso che tu mi avrai anche abbandonata, nella tua giovane età e non per scelta tua, ma qualche anno fa, ritrovandoti, mi hai aiutata ad uscire da una brutta situazione.
Ridendo mi dici che il cerchio è chiuso.
Un giorno troveremo anche gli altri pezzi, per completare il puzzle.

lunedì 2 novembre 2009

Finzione

Ho assistito mille volte come spettatrice alla presentazione del film della mia vita.
Un film che non aveva una trama, nè una morale.
La mia anima confusa osservava dal di fuori un corpo morto.
Corpo che restava inerte davanti ad ogni evento o avvenimento.
Il mio Io fantasticava su una vita che non era la mia, rubando immagini altrui e fingendo di vivere in un mondo che non esisteva.
Era solo frutto della mia inventiva.
Separavo corpo e anima, imparando ad osservare le emozioni altrui, senza provare a vivere.
Del resto vivere non è semplice.
Soprattutto per chi si sente morto dentro, per chi impara a staccarsi dal proprio corpo ed osservarsi dal soffitto o da una parete.
Fingere di avere una Vita mia.
Ecco cosa facevo.

lunedì 26 ottobre 2009

Raggio

Nuovamente a galla, mi interrogo su quanto durerà questa sensazione di benessere. Benessere che per me non è una ricchezza esteriore, ma interiore.
Nessuna vicenda o episodio in particolare hanno riportato un raggio di serenità in me.
Mattino dopo mattino è come se fossi rientrata nell'abisso celato della mia personalità.
Vivevo perchè ne ero costretta. Non sapevo dove andare, ma soprattutto non avevo intenzione di andare da nessuna parte.
Credevo che il mondo intero mi odiasse e per questo ricambiavo quel sentimento così forte e crudo.
In realtà odiavo solo me stessa. Il perchè non lo so ancora oggi.
Le persone grette, arroganti e maligne mi calpestavano. Le lasciavo fare. Era inutile difendere una persona che non stimavo.
Ora sono stanca di subire. E' arrivato il momento di difendersi e se il caso lo necessita di agire.
L'importante è prestare un'immensa attenzione a non affondare nuovamente.

lunedì 19 ottobre 2009

Pazzia

Contorsioni della mente.
Mente che è sempre alla ricerca della Pace. Una Pace che fino ad oggi è stata di un silenzio assordante.
Queste torsioni mentali mettono in moto il mio spirito. In profondità.
Spirito che in tutti i modi cerca di non affogare, arrampicandosi ai cavilli della mia labile essenza.
Pazzia. Sempre quell'aggettivo circola nelle vie del mio cervello.
Termine inculcato da qualche persona superficiale, che non è riuscita a guardarmi dentro.
Un individuo che trovandomi diverso da se stesso e dal resto del mondo che la società definisce "normale", mi ha marchiata come pazza.
Si è accomodato sul suo divano ed ha puntato il dito, contro me, contro la mia angoscia, il mio tormento, il mio male.
Io rido, rido di gusto, confermando nella sua mente malata, turbata ed esaltata, le sue idee.

venerdì 16 ottobre 2009

Acluofobia

Ero quasi riuscita a rialzarmi.
Pronta per camminare sulle mie gambe.
Ma sempre, per la mia maledettissima fretta, mi sono ritrovata nuovamente a terra.

Notte fonda. La febbre è alta. Il sonno disturbato. Caldo, freddo. Cerco di evitare l'apertura delle palpebre.
Purtroppo la voglia di superare la paura è troppo forte.
Certa di potercela fare estendo le pupille . Buio completo.
Comincio, terrorizzata, a muovere la testa a destra e sinistra, in alto, dritto, alla ricerca di una minima luce.
Davanti a me solo l'oscurità, che sembra prendere forma e tramutarsi in una mano enorme che mi viene incontro pronta a soffocarmi.
Il cuore batte veloce, spinto, in modo agitato. Sento i muscoli tesi, bloccati.
Il respiro si fa affannoso, angoscioso, fino a diventare ansia.
Avverto il sudore scendere sulla fronte.
Raggruppo tutte le mie forze per alzarmi da quel letto madido di sudore.
Dieci passi e accendo la luce.
Mi inginocchio per terra. Cerco di riprendere fiato, mettendo in atto forti respiri.
Sento pulsare sulle tempie. Il cuore ritorna alla normalità, portandosi dietro anche la respirazione.
Mi appoggio sul divano e mi addormento con la luce accesa.
Per questa volta ha vinto ancora la Paura.

martedì 6 ottobre 2009

Energia

Con gli occhi spalancati realizzo che intorno a me è tutto buio.
Imbavaglio la paura e mi allontano dal mio corpo.
Mi godo il silenzio che regna.
Caccio i miei vecchi pensieri dalla mente e chiudo le porte ai nuovi.
Dallo spiraglio di una finestra del mio spirito intravedo una luce forte, radiosa, energica.
E' in me, fa parte di me.
Improvvisamente questo bagliore si espande, accecando gli occhi della mia anima.
Provo disagio, fastidio, avversione, quasi a prediligere il buio.
Il saper attendere mi conduce verso l'apprezzamento di questa luce abbagliante.
La vista si abitua. L'anima si rilassa, fino a provare piacere e attrazione.
Comincio ad accettare e comprendere i momenti bui della mia vita, a provare ad affrontare la paura.
Il percorso è ancora lungo.
Rientro nel mio corpo con una sensazione di benessere.

giovedì 1 ottobre 2009

Sfogo

Fissando il vuoto, cerco di allontanare i mille pensieri dalla mia mente labile.
Tutti riguardano te.
Ho saputo che vorresti tornare sui tuoi passi.
Forse sei pentita.
Forse hai capito realmente.
In questo momento sono troppo confusa per ragionare lucidamente.
La rabbia si è affievolita, calmata.
Le ferite, però, si sono allargate, fortificandosi per cercare di donarmi un'aria più forte.
Non sei stata presente in alcuni momenti importanti della mia vita.
Non posso neanche dimenticare quelli in cui mi sei stata accanto.
E perchè, perchè di punto in bianco mi hai fatto tutto quel male?
Ed ora cosa vuoi da me?
Vuoi il mio perdono o vuoi farmi sentire per l'ennesima volta in colpa.
Tutto questo non giova alla mia ricerca della pace.
Per ora continuo ad osservare l'infinito, cercando quel puntino che distoglierà la mia attenzione da te.

venerdì 25 settembre 2009

Ad un amico

Davanti al solito bar, frequentato dalla solita gente, ascolto il tuo sfogo animo fragile.
Sputi fuori tutto il tuo disgusto, la tua angoscia, allontanando da te per un attimo la tua pena.
Un tradimento.
Una di quelle sofferenze che non si dimentica facilmente. Col tempo si supera, ma è difficile cancellare.
La persona che pensavi di conoscere, ti ha deluso con un inutile gesto.
Le giustificazioni non serviranno a riparare il tuo cuore che è andato in mille pezzi.
Nei tuoi occhi imperscrutabili mi sembra di intravedere un misto di amarezza e rabbia.
Improvvisamente una luce in essi, mi permette di penetrare nel profondo del tuo essere e scrutare dal più vicino possibile la tua essenza ferita.
Avverto la tua fragilità, sento le tue lacrime, la tua solitudine.
Il mio cuore si sente trafitto dalla spada del tuo male.
E' più difficile accettare il dolore altrui che il proprio per la mia persona.
Inerte davanti a te posso offrirti solo la mia amicizia.

mercoledì 23 settembre 2009

Viaggio mentale

Ed eccomi qui, con il naso schiacciato sul vetro ad osservare il mondo là fuori.
Il silenzio e il caldo del mio appartamento mi fanno sentire al sicuro, protetta.
Fuori comincia a scendere il buio e le luci delle case sono quasi tutte accese.
Non mi va di aprire la finestra e lasciare che il vento di settembre si scagli contro il mio viso.
Mi piace pensare che tutta la città sia coperta dal silenzio, dalla pace e dal calore.
Osservo una mamma che tiene per mano il figlio, appena uscito dalla scuola.
La donna si chiude il giubbotto con la mano libera, all'altezza della gola.

Il bimbo indossa una sciarpa apparentemente leggera e si trascina dietro la mamma.
Salgono su una vecchia punto grigia.

Osservo ogni movimento.
L'accensione delle luci e subito dopo quella del motore, da cui fuoriesce del fumo nero, fino al momento in cui l'auto si allontana dalla mia vista.
Ora rivolgo lo sguardo alle colline torinesi, Superga.

I pensieri prendono a volare lontano, portandosi dietro tutta me stessa.
Mi torna in mente, quando a casa dei miei, dalla finestra della mia camera fumavo una sigaretta di nascosto.
Per lunghi anni l'ho fatto.

Potevo essere felice, triste, ma quella sigaretta notturna aveva sempre lo stesso sapore. Era il momento in cui restavo sola con me stessa.
Il momento della giornata che amavo di più. Quando riflettevo, pensavo e cercavo di trovare soluzioni. Quando ero lucida e capivo dove sbagliavo. Quando avvertivo un brivido nel momento in cui sentivo di volermi bene. Sempre speranzosa e ottimista mi lasciavo alle spalle la giornata.

Cinque minuti dedicati a me sola.
Sarei rimasta ad assaporare quel frangente di tranquillità per lunghe ore, ma il suono del telefono ha interrotto il mio viaggio mentale.

venerdì 18 settembre 2009

Per te

Per te che ti senti sola
Per te che le lacrime prendono a scendere senza preavviso
Per te che gli altri ti credono forte, mentre tu avverti solo stanchezza e debolezza
Per te che ti senti incompresa
Per te che, in alcuni momenti, credi che il mondo intero trami contro di te
Per te che senti il tuo cuore sanguinare
Per te che anche solo uno sguardo ti fa star male
Per te che il dolore fisico è l'unico ad alleviare un po' la sofferenza d'animo
Per te che ti ripeti sempre che cambierai
Per te che ti scontri tutti i giorni contro muri invisibili agli occhi degli altri
Per te che sei stata tradita, ferita
Per te che ti sei sentita abbandonata e per questo vivi con la paura che ciò riaccada
Per te che lasci sempre che qualcuno si approfitti di te
Per te che hai subito violenza
Per te che ogni giorno distruggi una parte del tuo corpo
Per te che non riesci a trovare pace
Per te vorrei dipingere un mondo nuovo
di mille colori e sfumatore
un mondo dove non esiste violenza
dove esiste solo rispetto e amore
Un mondo perfettamente nuovo

mercoledì 16 settembre 2009

Carcere

Sono prigioniera di un carcere creato da me stessa.
Giorno dopo giorno, delusione dopo delusione, ferita dopo ferita, ho alzato un muro di mattoni.
Ho provveduto alle fondamenta, per evitare di tirare su una struttura debole.
E' stato un lavoro lungo, di anni, ma alla fine mi sono trovata chiusa tra tre mura.
Unica fortuna è l'aver inserito delle sbarre nell'ultimo lato, quello che chiudeva il quadrato.
Questo mi ha permesso di vedere il mondo scorrere.
Osservare le vite degli altri da quella gabbia.
Nessuno poteva farmi del male. Nessuno poteva avvicinarsi a me.
Nei momenti più bui avevo bisogno di avere vicino persone amiche.
Loro si sporgevano verso me, tendendomi il loro appoggio.
Per via delle sbarre, che ci separavano, non riuscivano ad avvicinarsi più di tanto.
In molti hanno creduto che io rifiutassi l'aiuto, che mi sentissi superiore a tutti.
Le anime più sensibili hanno capito che avevo creato qualcosa di troppo grande anche per me stessa.
Qualcosa che non mi permetteva di lasciarmi andare.
Un blocco.
Allungavo le mani tra le sbarre, senza mai concedermi totalmente.
Ad un certo punto mi sono rassegnata e così ho accettato di vivere in quella prigione o meglio di non vivere.
In quel periodo molte persone sono scappate da me, anime che fino a quel momento avevano ricoperto un ruolo molto importante nella mia vita.
Gli amici veri non mi hanno lasciata sola per un attimo, regalandomi affetto, donandomi raggi di sole in un luogo buio e freddo.
Accettando soprattutto i miei sbalzi d'umore.
Grazie a loro, che mi hanno donato la forza, ho deciso di abbattere il muro.
Partirò dall'alto munita di scalpello e mazzetta. Distruggerò ciò che ho creato.
Il lavoro sarà duro, lungo, ma una volta fuori non sarò più sola, ma pronta per affrontare il mondo, che mi ha sempre intimorita.

lunedì 14 settembre 2009

Nuvola

Una nuvola ha oscurato il mio sole.
Non una di quelle bianche, quasi trasparenti, praticamente innocue.
Talmente spessa da essere nera, possente, massiccia.
Il vento sarebbe in grado di spostarla, senza molta fatica.
Per mia sfortuna tutto è fermo.
Il vento tarderà ad arrivare.
Sento freddo, un freddo di quelli che penetra nelle ossa.
Solo una doccia bollente mi fa provare un po' di sollievo.
Assaporo tutta quell'acqua calda scendere sul mio corpo.
Trovo difficile anche uscire da quel caldo.
Una volta fuori intravedo una nuova ferita.
Piccola ma causa pur sempre dolore.
Non fisico, quel tipo di sofferenza non mi fa paura.
Quello che mi intimorisce, che mi spaventa è la tribolazione interna, quella che deriva dall'anima delusa da se stessa.
Ferite che resteranno visibili ai miei occhi spenti.
Occhi che per illuminarsi aspettano la luce del sole.
Quel sole che tornerà non appena il vento spazzerà via quella nube, portatrice di problemi.

venerdì 11 settembre 2009

Notte buia

L'unico momento in cui i problemi appaiono alla mia anima insuperabili è la notte.
Gli occhi si spengono. Il cervello si attiva.
Il viso è apparentemente tranquillo, ma dentro me c'è una specie di guerra in corso.
Il mio corpo continua a rotolarsi, lamentarsi.
I sogni, sempre loro. Mi sveglio di soprassalto. Tachicardia, sensazione di soffocamento.
Intorno a me oltre al buio, solo il silenzio. Un silenzio che fa quasi paura.
Avverto una goccia di sudore, scivolare lungo la schiena.
Il cuore riprende ad essere calmo. Il respiro ritorna normale. Il cervello, invece, comincia a girare.
Pensieri, ricordi, passato.
"Per vivere un buon presente e futuro, bisogna rimuovere il passato" mi ha detto un conoscente poco fa.
Non ci credo. Il passato è la storia di ognuno di noi.
Mi chiedo, soprattutto, cosa dovrei dimenticare, dal momento che non riesco a ricordare.
Nei miei incubi vedo situazioni che non ricordo di aver vissuto. Strane sensazioni, ma è come se fossero familiari.
Chi può dirmi se sono realmente accadute?
Questi brutti sogni vengono a trovarmi sempre quando smetto di pensare al passato.
Il mio cervello non si fermerà.
Questa notte, nel buio attendo nuovi mostri a farmi visita.

martedì 8 settembre 2009

Il treno

Con quel suo puzzo inconfondibile,
miscuglio di odori che mai sono riuscita a fiutare altrove,
tutte le sere mi allontana dalla città
per condurmi nel mio dolce paese.
Lungo il breve tragitto posso trascorrere il tempo a leggere,
con quella sinfonia di sottofondo che mi fa compagnia.
Oppure ascolto i brani che più mi piacciono dalle cuffiette.
Estraniandomi da quel cicaleccio,
osservo dal finestrino il caos di città,
tramutarsi in silenzio, pace, musica.
Socchiudo gli occhi e immagino di scappare lontano.
Sale l'adrenalina, al solo pensiero di cominciare una nuova vita.
Avverto un senso di sfida,
quella sfida che mi fa sentire l'esigenza di provare nuove emozioni.
Non effimere, ma durature, per sentirmi viva, piena di entusiasmo.
Fantastico di sparire, lasciarmi guidare dal mio amico treno in luoghi sconosciuti.
Apro gli occhi.
Devo scendere.
Il treno prosegue per la sua strada, sicuro, veloce.
Lo guardo fuggire, fino a che i miei occhi non lo vedono sparire.

lunedì 7 settembre 2009

Grazie

Il sole del mattino filtra dalle serrande semichiuse, sfiorando il tuo viso.
Ti osservo.
Dormi tranquillamente, come se fossi sereno.
Come se io non ti buttassi addosso tutti i miei problemi.
Mi hai strappato da una vita che non era la mia.
Quella vita che mi avrebbe portato alla distruzione.
Camminavo per la strada come un cane randagio.
Tra la pioggia, il freddo, il gelo.
Mi hai accolto tra le tue braccia.
Con la dolcezza mi hai curato le ferite.
Tante volte sarei voluta scappare da te, per evitarti tutti i dolori che inevitabilmente ti darò.
Ormai sono due anni che combatti le mie battaglie.
Mi difendi, mi sollevi quando cado. Resti sempre con me, anche se apparentemente ti allontani.
Dalla mia bocca sono uscite spesso parole velenose.
Ti ho respinto nei giorni in cui il sole per me non spuntava.
Tu sei rimasto al mio fianco, senza esitare un attimo.
Attraverso i tuoi occhi vedo l'amore che provi per me.
Credo di non meritarlo. Non so il perchè.
A volte sento ancora l'esigenza di sbagliare, di commettere quell'errore. Ma la paura di deluderti è troppo forte.
Non posso prometterti che non mi farò più del male. Ma posso dirti, che grazie al tuo calore, alla forza che ogni giorno mi doni, ce la metterò tutta.
Un grazie, anche se non servirà a ripagarti di tutto ciò che hai fatto per me.

martedì 1 settembre 2009

E torno bambina

Viaggiando per le strade della mia vita, davanti ai miei occhi scorrono tantissimi colori.
Ed ecco che mi torna in mente un viaggio di molti anni prima, quando avrò avuto all'incirca otto anni.
Ero insofferente e con un solo obiettivo. Vedere il mare.
Annoiata, sul sedile posteriore della Talbot di mio padre, ripetevo la stessa domanda ai miei genitori come un disco incantato.
"Quando arriviamo?"
"Siamo quasi arrivati" rispondeva mia madre con voce soave.
Ora, mi accorgo che spesso neanche noi grandi sappiamo dove andiamo. Ci imponiamo una meta, la seguiamo, ma non possiamo sapere nè quando, nè se la raggiungeremo.
I bambini, invece, vedono il mondo in modo così semplice, naturale. Proprio come se tutto fosse possibile.
Lontana da casa, sola in mezzo al verde stringo le mani intorno alle mie braccia. Come per abbracciarmi. Lo facevo anche da piccola, quando ancora sapevo volermi bene.
Per un attimo chiudo gli occhi e mi domando quando arriverò.
"Sono quasi arrivata" mi rispondo, provando a crederci.
E torno bambina.

giovedì 27 agosto 2009

Ti immagino

Ti immagino nel buio. Seduta sulla spiaggia deserta, di fronte ad una Luna che traccia una linea luminosa sul mare.
Nei tuoi jeans chiari, fissi le scarpe dell'adidas bianche che indossi, mentre con le mani, sfiori la sabbia.
Una ciocca dei tuoi capelli neri sventola davanti ai tuoi occhi. Non ci fai caso.
Giri il tuo sguardo perso verso le onde che sbattono violente sul bagnasciuga.
Ti senti in sintonia con loro, come se ti capissero.
Del resto tu sei arrabbiata di una rabbia che è pronta per esplodere e distruggere la piccola felicità che con grande fatica ti eri creata.
Le tue lacrime riprendono a scendere sul tuo viso gonfio. Assaggi dalle tue labbra quel sapore misto di sale e sangue.
Non capisci se è più forte il dolore dei lividi o della delusione.
Tradita da un fratello ti senti disperata.
Io sono troppo distante per donarti la mia spalla, un mio abbraccio, il mio silenzio.
Eppure ti sono vicina e tu lo senti.

lunedì 24 agosto 2009

Saluto

Ed eccomi qui. Pronta per tornare alla mia vita. Rivolgo il mio orecchio al mare.
Registro nel mio cervello il suono delle onde.
Più sono rumorose, più entrano dentro me, nel profondo del mio spirito.
Schiaccerò play ogni volta che lo vorrò, per ascoltarle in quelle giornate buie, dove la nebbia offuscherà i miei pensieri.
Tornerò qui, allontanandomi dal grigio di città.
Ricorderò l'acqua che rinfrescava il mio cammino ed il sole che lo illuminava, scaldando il mio corpo.
Un ultimo sguardo al mare. Un gabbiano vola. Il silenzio regna. Immortalo quello scatto dentro me, per ricordare quella pace, quando il caos dei miei pensieri verrà a farmi visita.

venerdì 31 luglio 2009

Buone Vacanze

Finalmente anche per me è arrivato il momento delle tanto attese ferie.
Saluto tutti coloro che leggono ciò che scrivo. Anche chi lo fa di nascosto.
Vi ringrazio per avermi fatto sentire meno sola. Le distanze si sono annullate.
Vi abbraccio tutti e Vi bacio.
A presto

mercoledì 29 luglio 2009

Destino

Un destino beffardo ha permesso che le nostre vite si incrociassero nuovamente.
Quando meno me l'aspettavo ti ho ritrovata davanti a me. Nella mia vecchia casa.
Tutto intorno è scomparso. Sia le persone a me care, che gli oggetti.
Sui muri bianchi riflettevano tutte le mie emozioni. Una scarica di colori.
Rabbia, dolore, tristezza, sofferenza, malinconia.
Nessuno capisce il mio star male.
I tuoi occhi dopo aver guardato i miei, hanno subito cambiato direzione.
Ti causa sensi di colpa vedere le ferite che hai lasciato in me?
Sono visibili. Sì, porto ancora le cicatrici. Quelle non se ne andranno mai. Fanno parte di me.
Tu volevi starmi vicino ed invece sei così lontana, assente.
Con una scusa scappo via, fuggo da te.
La tua vicinanza riporta alla mia mente solo ricordi dolorosi. Non posso restare ancora lì, nella tua gabbia.
Non hai più potere sulla mia vita. Hai deciso di abbandonarmi ed ora devi pagarne le conseguenze.
In me il dolore supera l'amore. Forse un giorno, saprò perdonarti.
Per ora lasciami libera.

venerdì 24 luglio 2009

Sogni

Lentamente, nella mia mente, riaffiora un ricordo di un passato neanche tanto lontano.
Seduta su un muretto, immerso nel verde, ho avvertito un odore, un profumo che mi ha ricollegato a cinque anni prima.
Mi trovavo in un giardino vicino all'Università d'Ingegneria.
Seduta su una panchina, scambiavo qualche parola con un'amica.
La osservavo mentre dava piccoli morsi alla sua piadina speak e brie e si concentrava per trovare le parole giuste.
L'espressione del suo viso rimarrà sempre dentro me.
Molti problemi aleggiavano intorno a noi, ma non so perchè riesco a ricordarlo come un momento sereno.
All'epoca sognavo, ero energica, viva. Sentivo il vento, il caldo, assaporavo i momenti, una birra, una sigaretta. Non so cosa sia successo successivamente, cosa sia potuto cambiare in quegli anni. Cosa mi abbia portata ad essere così. Apatica, stanca ed insoddisfatta.
Il lavoro ricopre la sua grande importanza. In quegli anni sognavo di diventare maestra, di scrivere, viaggiare. Oggi sono una segretaria, con poco tempo libero.
Continuo a sognare ad occhi aperti.
Aspetto il mio momento. Attendo un evento che riporterà l'energia in me.
Alterno giorni di entusiasmo e di tristezza.
Quello scorcio di ricordo ha portato in me una bella pace.
Lentamente fugge da me quella pace.

lunedì 20 luglio 2009

Fantasma

Il mio fantasma non è sparito.
Pensavo di aver corso così velocemente da lasciarlo indietro, da fargli perdere ogni mia traccia.
Ho camminato tanto, abbandonando i vecchi luoghi in cui lui era sempre presente.
Lui mi ha seguita.
Infidamente, silenziosamente e crudelmente si è infilato nella mia nuova vita.
A volte lo ritrovo seduto sul mio divano a guardare la mia televisione. La sua presenza mi mette in ansia.
Attraverso le paure della mia mente, osservo quella che sarebbe dovuta essere la mia vita.
La notte, nell'oscurità dei miei sogni torna a farmi visita.
Sedendosi al mio fianco mi scruta col suo sguardo minaccioso, quello sguardo che mi lega a lui da anni.
Davanti ai suoi occhi continuo a tremare dalla paura. Non ho ancora tagliato quel filo che mi tiene unita a lui.
Vorrei aprire il mio armadio e fare uscire quello scheletro.
Bruciarlo e lasciare la polvere volare via, lontano da me, fuori dalla mia casa, dalla mia vita.
Vorrei ricordare e poi cancellare e poi tornare a vivere.
Quando spunta il sole, i miei ricordi più truci, spariscono, si dileguano nei forti raggi, pronti a tornare con il buio.

venerdì 17 luglio 2009

Riflessione

Una collega ha bisogno di un hotel a L'Aquila. Non riesco a trovarlo e così comincio a navigare su internet alla ricerca di una sistemazione. Difficile impresa.
Trovo un video che trasmette il dolore della gente per questa città crollata, distrutta.
Dentro me si crea un vuoto. Mi estraneo dal mondo che mi circonda.
Nulla ha più senso.
Nè il lavoro, nè la preparazione di una trasferta.
Qui tutti si preoccupano per la logistica. Lei deve essere lì lunedì. Battute superficiali escono dalle loro bocche malvagie.
Io non riesco. Mi fermo un attimo e provo a mettermi nei panni di coloro che hanno subito una tragedia così grande.
Passo giornate intere a lamentarmi per il lavoro, per il caldo, per frivolezze.
Eppure la sera ho una casa dove tornare.
Ho qualcuno ad aspettarmi che mi accoglie con un sorriso.
Sono circondata da gente pronta ad aiutarmi.
Tutti i luoghi, in cui ho vissuto emozioni forti, sono sempre presenti. Posso recarmi in qualsiasi momento.
Ora torno a cercare una soluzione, nonostante la mia confusione mentale.

mercoledì 15 luglio 2009

Diversità

Osservo il tuo energico entusiasmo per la vita.
Sotto il mio sguardo, stropicci un pezzo di carta. Se non spargessi tranquillità intorno alla mia scrivania, penserei che sei nervosa.
Forse solo imbarazzata per quello che hai deciso di esternarmi.
Nelle nostre pause dal lavoro, abbiamo speso molto tempo a raccontarci.
Spesso mi parlavi della tua dolce metà, dei vostri viaggi.
Esteriorizzavi un amore così puro, intenso, vero.
Ora hai deciso che io sarò quella persona a cui raccontare il tuo piccolo, grande segreto.
Con naturalezza mi confidi che sei omosessuale.
Quel lui di cui mi parlavi è in realtà una lei.
Non nego la mia perplessità.
Mi lascia sbalordita il fatto che tu l'abbia confidato proprio a me.
Mi fa piacere la fiducia che hai riposto in me, aprendomi la tua anima.
La tua diversità è una ricchezza. Sono attratta da ciò che reputo differente da me.
Amo confrontarmi con anime diverse.
Oggi ho ingrandito il mio tesoro culturale interno.
Grazie

martedì 14 luglio 2009

Oggi sciopero


Aderisco all'appello di Diritto alla Rete http://dirittoallarete.ning.com/ contro il DDL Alfano i cui effetti sarebbero quelli di imbavagliare la libera informazione.

sabato 11 luglio 2009

Vita

La sera. Un momento particolare, in cui anche una sigaretta assume un altro sapore.
Dopo una giornata stressante, il caos della città, il pensiero della crisi, mi ritaglio un po' di tempo per me.
Rifletto sul mio mondo parallelo, sul mio passato, sul mio presente, sui miei amici.
Tutto mi sembra possibile. La speranza aumenta.
Ho voglia di cercare quel qualcosa che in questa terra mi regalerà la felicità.
Sento l'esigenza di donare sorrisi alle persone che soffrono, che per sentirsi vive devono utilizzare metodi non troppo sani. Del resto io sono una di quelle, ma in questa sera voglio solo serenità, vorrei essere d'aiuto agli altri. Vorrei raccontare la mia storia per far sentire tutti meno soli.
Spesso si cade, ci si sente persi. Ma per quanto rialzarsi richieda molta fatica, in realtà è il momento più bello. L'attesa per quel qualcosa che ci cambierà la vita.
Per quanto tutto possa sembrare così duro, la vita è il dono più bello che ci possa capitare.
E così in questa sera con la Luna e le Stelle mi sento viva. Le osservo. Mi danno il coraggio, la forza di andare avanti.

venerdì 10 luglio 2009

Scelte

Passeggio sulla solita strada ormai da un anno.
Tutto intorno a me ha assunto un'aria noiosa.
Voglia di cambiamenti, ma allo stesso tempo Paura, la mia nemica più cara.
Lungo il mio percorso noto in lontananza una deviazione. Davanti a me due possibilità.
Continuare ad andare dritto, oppure svoltare a destra, dove c'è l'eventualità di avverare un mio desiderio.
La mia nemica mi viene a trovare, perchè cambiando traiettoria, non ho la certezza di essere felice. Dovrei superare un ostacolo, un solo ostacolo e potrei finalmente sentirmi soddisfatta.
Le preoccupazioni si annebbiano. Non riesco a ragionare con lucidità.
Il solo pensiero di sentirmi finalmente più libera mi fa venire i brividi e mi riempie gli occhi di lacrime gioiose.
Una decisione troppo importante da prendere.
Forse quella deviazione è solo un'illusione della mia mente.
Devo camminare ancora molto per vedere se effettivamente esiste.
Vorrei correre, ma in quel modo mi stancherei e perderei tutta la bellezza del duro percorso.
Mi fermo un attimo. Libero la mente. Domani riprenderò il mio cammino.

mercoledì 8 luglio 2009

Lavoro

L'apatia, in questo ufficio spoglio, è la mia unica compagna.
Molte persone vorrebbero essere al mio posto.
Come al solito io mi differenzio dalla grande massa.
Non riesco a dare molta importanza ai beni materiali.
Per questo motivo, difficilmente, trovo temi su cui discutere con i grandi capi.
Argomenti futili, battute volgari.
Io non sono così. Non ricerco la bellezza nell'esteriorità. Scavo oltre l'apparenza.
Non giudico le persone, nè dall'aspetto fisico, nè dalle loro esperienze. Giudico solo coloro che giudicano, che ridicolizzano anime indifese, innocenti e con problemi.
Ogni persona, non superficiale, può darmi un insegnamento. Ed io sento sempre il bisogno di conoscere, imparare e apprendere.
Ogni tanto qualche anima giusta passa davanti la mia scrivania. Presto un po' della mia attenzione.
Queste persone mi fanno compagnia, raccontandomi un po' di loro, delle loro avventure, tristezze e dolori.
Le ascolto, perchè non c'è cosa più bella dell'essere ascoltati. Necessitano di gente che segua i loro discorsi, che li capisca. Oggi è così difficile trovare qualcuno che condivida i nostri pensieri.
Purtroppo devo lavorare con le grandi persone che si credono importanti e in diritto di offendere solo per un titolo assegnato da altrettante persone superficiali.
Per questo devo fuggire, allontanarmi, volare in alto, almeno col pensiero.

lunedì 6 luglio 2009

Teresa 2

Ti ho vista piangere lacrime infinite, che nascondono un immenso dolore.
Un dolore talmente grande che risulta quasi insopportabile.
Per il tuo smisurato bisogno d'amore, regali il tuo corpo a uomini privi di anima.
Mi chiedi consigli, cosa farei al posto tuo.
Non posso giudicarti. Nel mio passato ho commesso errori molto simili, ma mai portati fino all'esasperazione.
Fai di tutto per farti del male, sembra che tu voglia annientarti, distruggerti.
L'unico aiuto che posso darti è quello di donarti un po' del mio amore che non potrà mai colmare quel vuoto gigantesco, ma almeno disinfetta un po' quelle ferite ormai cicatrizzate.
Ti regalo i miei sorrisi, il mio appoggio, i miei abbracci e soprattutto le mie orecchie.
Potrei passare le ore a raccontarti della bella persona che sei, a supplicarti di evitare di buttarti tra le braccia di uomini che non possono darti ciò che cerchi.
Non metteresti in pratica ciò che ti chiedo.
Mi guarderesti con il tuo sguardo un po' perso e mi diresti che non ci riesci.
Da qualche parte devi pur recuperare un po' d'affetto.
In qualsiasi caso, ti voglio bene. Con tutti i tuoi errori. Solo per il fatto che i tuoi pregi li superano di gran lunga.

sabato 4 luglio 2009

Addio

La confusione è tornata a bussare nella mia mente.
Proprio ora che ho tutto, che dovrei stare bene, ecco che ritorna l'insicurezza in me.
Senso di soffocamento, voglia di scappare, sparire, farmi del male.
Sento l'esigenza di cambiare persone, conoscerne nuove. Gente che non sa nulla di me. Anche se poi mi ritroverei nuovamente a questo punto. Succede sempre così. Il mio grande dolore non riesco a tenerlo segreto. Arriva un momento in cui devo tirarlo fuori.
I sensi di colpa aumentano.
Non voglio causare dolore a nessuno.
So cosa significa soffrire, so cosa si prova ad essere feriti da una persona che si ama.
Il dolore al cuore è fortissimo, insopportabile ed io non voglio che nessuno arrivi a provare questo per me.
Nella mia testa c'è troppo rumore. I pensieri continuano a scontrarsi ed io non riesco a trovare una soluzione.
Fuori regna il silenzio. Questa differenza mi causa forti giramenti di testa.
E allora resto qui, immobile davanti all' incertezza che mi fa paura.
Ti dimenticherò anima fragile. Ti cancellerò dalla mia anima, coprirò il tuo nome con un colore scuro e disegnerò sopra la tua immagine, uno schermo nero.
Mi convincerò che tu non esista.
Ora devo proseguire per la via che ho scelto prima di conoscerti.
Addio frutto della mia immaginazione.

lunedì 29 giugno 2009

Volo via

E' arrivato il momento di salutare quel luogo in cui ho vissuto per molti anni.
Forti emozioni provate. Se belle o brutte ora non ha più importanza.
Tutto si annulla, mentre percorrendo per l'ultima volta la strada che mi porterà alla mia vecchia casa, assaporo i soliti profumi. Il bucato, odore di cibo, i fiori.
Per un attimo non so più in quale anno mi trovo. Tutto quell'insieme di profumi mi ha accompagnato per una vita.
Le voci dei bambini che poi sono cresciuti, gli uccellini che cantano.
La pace intorno a me.
La mia mente immortala questo scorcio di vita. Lo tengo stretto nel cuore, per tornare a trovarlo in quei momenti in cui il mondo non mi sorriderà. In quegli attimi bui e oscuri. Quando tutto mi sembrerà finito, osserverò quell'immagine impressa davanti ai miei occhi e ricorderò la mia infanzia, adolescenza, giovinezza. Spesso difficile, ma sempre gioiosa.
Chiudo quel libro, pronta per cominciarne un altro. I miei bagagli sono pieni di ricordi, dolore, felicità, spensieratezza, insegnamenti. Questi bagagli li porterò dappertutto.
Una fitta al cuore. Malinconia soprattutto nei confronti della mia famiglia.
Devo andare. Riempo i polmoni di quei momenti e volo via.

martedì 23 giugno 2009

Nebbia

In mezzo ad una nebbia fitta, come visione, ho visto due anime.
Una è sul letto di un ospedale. Il suo corpo magro lascia sbalorditi.
Una donna colpita da un male crudele, uno dei più cattivi. Una donna con una famiglia e molti anni di vita davanti a sè.
Nonostante il dolore, lo stordimento, dai suoi occhi esterna una grande forza, la voglia di vivere.
La scruto, vorrei tenerle la mano, ma non mi è permesso toccarla.
Con le unghie e con i denti si attacca alla vita, come un gatto che ha paura di qualcosa, infila gli artigli sulla gamba del padrone.
Racconta di cosa farà una volta che vincerà quella dura battaglia. Fantastica sul suo futuro. Apprezza ogni piccola situazione. Anche una nuvola che copre il sole per pochi istanti.
L'altra anima si trova in una casa anomala, dai muri bianchi e pochi scaffali.
Si guarda allo specchio e continua a vedersi grossa. Sul suo corpo, in realtà, non esiste più un filo di grasso. Solo pelle che ricopre le ossa.
Pensa di non avere il coraggio e così si lascia morire lentamente. Piange, perchè vorrebbe uscire da quella situazione, ma si sente troppo sola per farlo.
I suoi occhi sono spenti, tristi, vuoti.
E' sicura che la fine della vita le darà la giusta pace che ha sempre cercato.
Vorrei abbracciarla, stringerla a me, aiutarla. Anche in questo caso non mi è permesso toccarla.
La nebbia svanisce insieme alla visione, ma dentro me, nel mio spirito un insegnamento è entrato.

sabato 20 giugno 2009

Il temporale dentro me

Dal finestrino dell'auto di mio fratello, osservo in modo scrupoloso il mondo scorrere lentamente.
Davanti ai miei occhi passano alberi verdi, case, persone che corrono in cerca di riparo.
Nella mia testa girano le canzoni di Rino Gaetano, annullando i rumori esterni.
La pioggia entra da una fessura, sbattendo prepotentemente contro il mio magro e pallido viso. Quelle gocce si confondono con le mie lacrime.
Piango un po' per gioia, un po' per dolore.
Gioia per avercela quasi fatta. La gioia di una persona che sta imparando a volersi bene.
Il dolore dell'aver lasciato anime che amavo lungo il mio difficile e tortuoso cammino.
Anime che hanno tradito la mia persona. Anime che ancora ieri hanno cercato di ferirmi.
Questa volta, fidandomi solo di me stessa mi sono difesa.
La parte bambina che vive in me si è ribellata, tirando fuori il macigno che da tempo teneva dentro.
Un tuono mi riporta alla realtà.
Il temporale dentro me sta per terminare.

domenica 14 giugno 2009

Ricordi

Il passato torna a farmi visita questa sera.
Come fuochi d'artificio si infila nelle mie orecchie, sfila davanti ai miei occhi.
Vuole portare chiarezza nella mia testa offuscata. Troppi colori da vedere, ricordare.
La mia memoria è labile, fragile.
I ricordi belli sono come candele accese nell'oscurità. Se nessuno soffia e le spegne, illuminano per un bel periodo.
I ricordi brutti, sono quelli che non riescono a venire a galla.
Alcune sensazioni ti portano a credere che tu sia passato per le tenebre.
Ma nessuna certezza.
Flash, attimi e poi il buio, il vuoto. Non riesco a ricostruire la mia vita, la mia storia.
Tanti solchi nel mio cammino.
Molte volte evito di pensare, ma i ricordi ti fanno visita quando meno te lo aspetti. La notte, nei sogni. Camminando per strada. Incrociando visi familiari.
I miei sono ricordi a metà. Un'ossessione per me.
Inutile però scappare dal proprio passato. Prima o poi lui si farà vivo.
Nell'attesa presto molta attenzione a non spegnere le candele dei bei ricordi.

giovedì 11 giugno 2009

Stefania

Occhi blu e grandi. Trasmettono tanta solitudine e bisogno d'amore. Capelli biondi tenuti su da un elastico logorato. Come il tuo stato d'animo.
Affaticata, affronti le sfide che ogni giorno la vita ti pone davanti.
Continuamente sbatti contro quella dura realtà. Eppure ti ritrovo a difendere la tua famiglia, tuo padre. Fai ricadere la colpa su di te.
Ti presto un po' dei miei consigli, della mia esperienza. Sembro darti forza, ma poi ricadi nel tuo baratro. Nel precipitare porti con te tutti i sogni, quelli che raccontandoli ti fanno illuminare gli occhi. L'attimo dopo mi dici che non vali nulla, che hai paura di tutto.
Per il momento l'unica cosa che riesco a fare bene è ascoltarti.
Ascoltare i dolori di una giovane ragazza indifesa. Nessuno ha mai preso le tue parti. Tuo padre continua a divertirsi col tuo corpo, tua madre finge di non vedere e i tuoi fratelli continuano a umiliarti.
Vorrei tirarti fuori da quell'abisso, permettendoti di espellere quel macigno che porti sul cuore da una vita.
Non puoi essere sempre gentile con tutti, permettere ad ogni essere umano di calpestarti.
Devi reagire. Mi fa male vederti affondare, incamminarti verso l'Inferno.
Il Sole nasce anche per te ed è pronto a illuminare il tuo cammino.
Forza

lunedì 8 giugno 2009

Alla mia dolce cuginetta

Il momento della giornata in cui il tuo ricordo si fa più vivo è la sera. Mi sdraio sul letto ed alzando gli occhi al soffitto, lo osservo per ore. Il mondo si annulla, intorno a me sparisce ogni oggetto.
Il sonno sembra farsi da parte. In cambio arriva un forte dolore che, come tanti spilli, si conficca nel mio cuore.
Ricordi, sempre loro che mi fanno del male. Il tuo non è un brutto ricordo. Di te mi fa male il presente. Tu non sei più nella mia vita.
Di chi sia la colpa non so e in fondo incolpare qualcuno non mi farà sentire meglio.
A volte il destino si mette contro. Si fa beffa di me. Ride alle mie spalle e si diverte a causarmi sofferenza.
Finirò per incolpare me anche di questo. Per te ne vale la pena.
Nemmeno la lontananza di un uomo mi ha causato tanto patimento. Con te le lacrime prendono a scendere da sole, senza lasciarsi aiutare da una canzone o da una frase letta.
Tu eri il mio raggio di sole. Sapevi farmi sorridere, mentre mi sentivo sprofondare. Rallegravi la mia giornata, anche quando mi facevi arrabbiare. Tu, molte volte mi hai salvato la vita, senza saperlo. Con un tuo semplice sorriso, con un tuo adorabile abbraccio.
Capivi più di un adulto quando stavo male. Se piangevo te ne accorgevi. Ti preoccupavi per me.
Non so cosa ti racconterò un giorno, quando e se tu mi chiederai spiegazioni.
In fondo so che non c'è una spiegazione.

Preferisco che tu pensi che io sia la cattiva, che odi me, piuttosto che raccontarti la verità. Sono sparita dalla tua vita, per questo motivo. Non sapevo mentirti, guardandoti nei tuoi enormi ed innocenti occhi.
Ora la mia vita non è più la stessa. Molti cambiamenti stanno avvenendo, ma non potrò mai essere completamente felice.
Piccola mia tu mi manchi molto.
Sento davvero un tormento al cuore. Un nodo in gola ed un peso sullo stomaco. Vorrei piangere, gridare.
Purtroppo non passerà. La tua mancanza vivrà sempre al mio fianco.
Nessuno colmerà il vuoto che tu hai lasciato.
Nessuno

sabato 6 giugno 2009

Sogni

Ho sognato di camminare lungo una strada illuminata da una Luna fioca, spenta.
Davanti a me grandi e spesse ragnatele, di un marrone chiaro.
Per oltrepassarle dovevo aprirle, come fossero tende. Inizialmente mi sono lasciata prendere dal panico. Avvertivo una forte nausea salire. Le mani mi tremavano dalla paura.
Ero sola, l'unica persona che poteva aiutarmi era me stessa. Con grande coraggio, ho spostato la prima e sono andata avanti. Prima di alzare lo sguardo, ho tirato un sospiro di sollievo. Peccato che dopo pochissimi metri ce n'era un'altra. Ho preso un po' di tempo. Sentivo i brividi scendermi dalla testa, fino ad attraversare tutto il corpo. Questa sensazione è aumentata, dopo aver visto dei piccoli ragni.
Dopo aver superato anche questa, ho notato di non essere più sola. Sia alla mia destra, che alla mia sinistra, era pieno di conoscenti che camminavano tranquillamente, senza trovare ostacoli davanti a loro. Quando mi sono decisa ad oltrepassare quella successiva, sono inciampata. Voltandomi verso destra mi sono accorta che molte persone continuavano a passeggiare, senza degnarmi di uno sguardo.
Sulla mia sinistra, invece, c'erano i miei compagni di una vita. Loro si erano fermati e mi scrutavano. Alcuni sorridevano. Questo mi ha dato la forza di continuare a lottare.
Ho alzato la testa verso la Luna. Una Luna luminosa, calda.
Mi sono svegliata.

martedì 2 giugno 2009

Luca

Sorseggiando il suo the desiderato, Luca la osservava.
Ai suoi occhi appariva sensuale, amara, ma allo stesso tempo dolce. Lo attraeva in un modo indescrivibile.
Lei restava immobile, apparentemente riservata, timida. Eppure quel suo modo di guardare, mandava Luca in fibrillazione.
Lo sapeva da sè che era una traditrice. Lui era ancora troppo debole, mentre lei così abile nel suo gioco, da insinuarsi nel lato oscuro della sua anima. Dove sapeva come stuzzicarlo.
Per un attimo gli venne voglia di mandare a puttane tutti i sacrifici fatti, tutte le crisi che si era trovato ad affrontare. Per un attimo gli venne voglia di aprire quella vetrina e scolarsi quella dannatissima bottiglia di Havana.
Si fermò. Davanti ai suoi occhi vide trascorrere tutte le espressioni deluse delle persone che gli erano state accanto.
Spostò il suo sguardo verso il cubo di vetro. Vide proiettato il suo viso più sano, meno gonfio.
Rivolse ancora un attimo l'attenzione a quella vetrina. Lanciò un sorriso beffardo a quel liquido velenoso.
Per questa volta, aveva vinto lui.

venerdì 29 maggio 2009

Buio

Oggi ho aperto di nuovo la porta oscura. Davanti a tutto quel buio sono rimasta avvilita, scoraggiata, attonita.
Ho cominciato ad innervosirmi, cercando la luce, uno spiraglio, qualcosa a cui aggrapparmi.
Davanti a me il nulla. Il buio mi terrorizza. Il timore di non sapere cosa c'è oltre l'oscurità.
La situazione è diventata estenuante.
Solo un colore sono riuscita a vedere, il rosso. Sangue che cola lungo la mia anima, dolore passato, mai scordato. Dolore che mi distrugge dentro e che mi fa provare paura di me stessa.
Improvvisamente un lieve raggio di luce ha sfiorato il mio occhio sinistro. Anche se è stato un raggio debole, mi ha accecata, infastidita. La luce mi ha causato dolore agli occhi. Quasi come se preferissi il buio.
In pochi attimi mi sono abituata a quella brillantezza e mi sono ritrovata in una stanza vuota, silenziosa, sola come me.
In silenzio mi sono promessa per l'ennesima volta che non sarebbe più accaduto.
Fuori nessuno si è accorto di nulla.

domenica 24 maggio 2009

Mondo

Camminavo sul lungo Po, insieme a quelle persone legate alla mia vita da uno strano destino.
Davanti ai miei occhi sfilava molta gente che apparentemente sembrava tutta uguale. Indossava abiti simili, stessi capelli, stessi modi di parlare.
Ogni tanto incrociavo qualche spirito estraneo a quel contesto. Istintivamente l'avrei seguito, spinta dalla motivazione che avrebbe potuto insegnarmi qualcosa. Ho sempre voglia di conoscere animi particolari, differenti dal mondo e anche da me.
In mezzo a tante marionette mi sentivo a disagio. Un modo completamente opposto al mio modo di vivere. Un mondo fatto di apparenza, delinquenza e nient'altro.
Continuavo a buttare un occhio verso quel fiume sporco, come questo presente.
Quando mi sentivo persa, cercavo con lo sguardo quelle persone che sono i miei amici, coloro con cui ho scelto di condividere la mia vita, coloro che mi accettano per quella che sono.
Ed ecco che in me tornava il sorriso. Sì perchè gli amici servono anche a questo. Non farti sentire sola in determinati momenti.
Ho continuato a vagare per molte ore.
L'unica cosa che ho imparato ieri è che sono sempre più contenta di essere, come mi definiscono in molti, strana, complicata e diversa.

giovedì 21 maggio 2009

Tu

Sedute ad un tavolino di un bar, ti guardo, mentre porti un bicchiere pieno d'acqua alle tue labbra sottili.
Mi poni qualche domanda, osservando quel liquido trasparente, come se volessi affondare i tuoi dolori nasconti, lì dentro.
Interessata a quello che ti racconto, mi ascolti. Ascolti sempre tutto ciò che esterno, dimenticando talvolta notizie futili.
Per un istante mi allontano da te, dalle tue parole, dal mondo che mi gira intorno. Vengo rapita dai tuoi occhi. Mi immergo in essi. Sono talmente penetranti e veri da lasciar trapelare la tua fragilità, la tua sofferenza.
Eppure ti mostri sorridente, felice. In questo modo riesci ad ingannare i superficiali o chi non ti scruta a fondo.
Io conosco il tuo passato, le montagne che hai dovuto scalare, le salite che hai dovuto percorrere, i mari che hai dovuto attraversare. Tutto da sola. Già, perchè nessuno ti ha aiutata a raggiungere tutti gli obiettivi di cui oggi puoi vantarti e che fanno di te un animo lodevole e pregevole.
Lungo il cammino della mia vita, tu sei quell'amica che è sempre stata presente ad ogni mio dolore e ad ogni mia gioia.
Illuminavi le mie vie buie, porgendomi la tua mano. Mi accompagnavi in questo universo crudele e se cadevo eri pronta a rialzarmi da terra.
Sapevi sdrammatizzare ogni situazione critica, trattando, però, i miei problemi come esistenziali.
Molte lacrime ho versato sulla tua spalla. Seminavo dolore, ma raccoglievo i tuoi sorrisi.
Credimi, è straordinario vederti sorridere.
Ti vedevo come il mio maestro. Colei che mi avrebbe aiutata, salvata.
Le tue parole, ancora oggi, le porto dentro me, come insegnamenti di vita.
In questo bar ti ho ritrovata. Mi mancano le nostre "chiacchierate" su un balcone fumando sigarette, mentre tutti dormivano; mi mancano i nosti viaggi, le nostre ragazzate, i nostri capricci.
Siamo cresciute, ma abbiamo affrontato varie tappe della nostra vita insieme, legate da un problema in comune. Anche se non ne abbiamo mai parlato.
Per oggi il tempo a nostra disposizione è finito. Dobbiamo rientrare nella vita di tutti i giorni.
Vorrei dirti che ti voglio bene, ma salutandoti non lo faccio.

lunedì 18 maggio 2009

Mamma

Dai tuoi occhi sinceri e profondi traspare saggezza. Saggezza acquisita con l'esperienza talvolta dolorosa, come la perdita di una madre. Quel vuoto nessuno è riuscito a colmarlo.
Eppure hai saputo donare ai tuoi figli tutto l'amore possibile, luminoso e grandioso.
Tu eri presente nei loro momenti critici.
Sovente, senza dire una parola. Un solo sguardo dolce o un abbraccio istintivo li faceva sentire protetti, sicuri dal mondo e dal dolore che potevano provare.
Le tue braccia immense erano sempre pronte ad accogliere i tuoi piccoli, difendendoli da quel buio oscuro in cui si nascondevano i loro mostri.
Spesso i figli non capiscono i sacrifici dei genitori e, nei momenti di rabbia, le uniche persone su cui riescono a sfogare la propria ira sono quelle che le hanno messe al mondo.
Nonostante questo tu apparivi sempre sorridente con loro, fingendo di non sentire quelle spine nell'animo.
Ci tengo a precisare alcune cose che non ti dirò mai.
Sul muro del mio cuore, impresso con un tatuaggio, c' è solo il tuo nome.
Ti chiedo scusa per tutte quelle volte in cui ti ho ferita e in cui ti ferirò; per i miei silenzi e per il dolore che ti ho provocato con i miei problemi.
Come ultima cosa ti dico che tu non sei la causa del "mio male". Tu sei l'unico motivo per cui, in questi anni, ho trovato la forza di andare avanti.
E se oggi sono qui, lo devo solo a te, Mamma.

domenica 17 maggio 2009

TERESA

Marco gioca con un accendino di Dylan Dog, trovato sul tavolo di Teresa.
Ogni tanto gira la testa verso il cubo colorato, rivolgendo l'attenzione a ciò che stanno trasmettendo e cioè "I Simpson". Scambia qualche battuta ironica con Alex, il fratello di Teresa, che è seduto sul divano, e poi torna a far girare quell'accendino sul tavolo di vetro.
Teresa è sul balcone che fuma una sigaretta. Non gli toglie gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, senza accorgersi che sta rischiando di rigare il vetro del tavolo con l'accendino.
Continua ad osservarlo dalla porta-finestra, portando, nervosamente, alle sue labbra carnose una camel light.
Nonostante tutto il dolore che le ha causato, continua a conservarlo nel cuore, amandolo di un amore sbagliato e malato.
Per la prima volta riesco a vederla indifesa. Sembra essersi liberata della maschera che indossa tutti i giorni per affrontare il mondo.
Sento la sua solitudine, il suo dolore.
Dai suoi occhi così scuri e profondi, riesco a vedere tutto ciò che prova e che sente.
Vorrei riuscisse a staccare l'ancora che la tiene legata al suo passato, a quel segreto così crudele e a quelle sofferenze che solo una persona forte come lei può superare.
Per un attimo i suoi occhi incrociano i miei. Sembrano volermi chiedere aiuto, sembrano dirmi che non ce la fanno più a sopportare dei pesi così grossi. Ma come? Proprio lei che giorno dopo giorno mi aiuta ad uscire dal mio buio? Che mi ha insegnato a parlare, che mi ascolta e mi consiglia, cercando di farmi ridere?
In quel preciso istante le vado incontro, accendendomi una chesterfield. Vedo scenderle una lacrima che lentamente va a morire sul suo piccolo naso.
Vorrei stringerla a me, forte da farle sentire che io ci sono e non per pena o tenerezza, ma semplicemente perchè le voglio bene. Vederla sorridere anche solo per una mia sparata, mi fa apprezzare di più la vita.
Vorrei spiegarle che sono stata egoista. Presa dai miei mille casini, non ho pensato che anche lei potesse vivere male.
Non riesco ad abbracciarla. In questi scambi di tenerezza non sono brava. Così le sfioro i capelli in modo delicato, da farle capire che sono presente.
Non riesco a dirle nulla. La mia mente sembra svuotata ed il mio silenzio più forte di un'esplosione.
Teresa si sta buttando via, finendo sempre in storie sbagliate con uomini che non sanno darle il giusto valore e rispetto. Lei crede di non meritare nulla.
In realtà merita molto di più. Se solo potesse vedere con i miei occhi ciò che vedo in lei, riacquisterebbe tutta l'autostima.
Questo è tutto ciò che dovrei dirle a voce, mentre Marco, ignaro di tutto, continua a ridere e parlare con Alex, senza mollare un attimo quell'accendino.


giovedì 14 maggio 2009

Profumo

Questa sera, mentre scendevo le scale, con la sigaretta in mano, ti ho pensata.
Ho pensato a te, a me, a quelle sere in cui ci incontravamo, con la scusa di una sigaretta, per il piacere di trascorrere del tempo insieme.
Ricordo che quando mi vedevi, mi stringevi forte a te. Il mio viso sprofondava tra i tuoi capelli che odoravano di quel profumo dolce, ma allo stesso tempo amaro. Quel profumo che non mi piaceva. Te lo ripetevo spesso. Tu mi ammonivi, dicendomi che non capivo nulla. E ridevi, ridevi. Mi piaceva vederti apparentemente serena. Il tuo sorriso è ancora impresso nel mio cuore.
Trascorrevamo il tempo sotto un portico.
Alcune volte, restavamo in silenzio, un silenzio carico di domande e di tanta rabbia. Ci capivamo lo stesso, come se le nostre anime discutessero tra loro mentalmente.
La maggior parte delle volte ci raccontavamo delle nostre paure, di quello che provavamo e degli avvenimenti della giornata.
Eri l'unica persona con cui riuscivo a confidarmi, senza nessuna difficoltà. Tiravo fuori i mattoni dal mio stomaco, in maniera spontanea.
La vita, però, passa velocemente e davanti a i nostri occhi sono trascorsi due anni troppo lunghi per amiche che hanno un legame talmente forte da sentirsi sorelle.
Le nostre vite hanno preso strade diverse.
Ora sono seduta sotto il nostro portico. Tutto mi riporta a quelle sere. La temperatura mite con un leggero venticello, il cielo stellato e l'odore del fumo.
Qualche mese fa ho comprato quel profumo che odiavo tanto. Sentirlo mi rassicura. Mi fa credere che tu sei ancora al mio fianco che appoggi la tua testa sulla mia spalla.
In questa sera avrei proprio bisogno di te amica mia.

lunedì 11 maggio 2009

Paure

E così sto cercando di imparare a vivere.
Come un bimbo comincia a camminare, io cerco di assaporare i primi attimi di vita vera.
Sembra così facile. In realtà è molto più semplice morire, uccidersi in svariati modi, che essere in grado di vivere. Il modo più atroce di vivere è quello di sentirsi morti dentro.
Questo è ciò che accade quando prevale l'oscurità.
Oggi però sono stanca.
Ho voglia di sentire e provare tutto, senza paure.
Vorrei lasciare che il freddo sbatta contro il mio viso, senza paura di ammalarmi; vorrei lasciarmi accarezzare dalla neve, senza paura di bagnarmi; vorrei camminare sotto il sole, senza paura di prendere un'insolazione; vorrei nuotare nel mare senza paura di annegare; vorrei girare per le strade, senza paura di essere aggredita; vorrei addormentarmi, senza paura di riscoprire il passato dai sogni; vorrei fidarmi della gente, senza paura di essere tradita.
Vorrei una vita senza paure, una vita complessa, ma semplice.
Non una favola. Una vita. La mia vita

domenica 10 maggio 2009

Scrivere

Il mondo di oggi non mi piace. Non mi va stretto. Non mi entra proprio!
Vedo troppa superficialità per le vie della città, in televisione, tra giovani ragazzi.
Non riesco a non provare rabbia per questa società, dove anche i politici danno troppa importanza all’apparenza. Ciò che conta è far credere che tutto vada bene. Dobbiamo essere belli fuori ed attaccati ai beni materiali.
Non sono l’unica a vivere male in questa situazione.
Quello che noi proviamo non interessa a nessuno.
E allora non mi resta che scrivere. Scrivendo posso esprimere tutte le mie idee, senza essere interrotta nel mio discorso. Scrivendo posso immaginare un mondo tutto mio, fatto di mille colori. Con la maggior parte della gente altruista, che cerca di aiutarsi a vicenda. Un mondo dove i soldi non sono tutto, dove si vive bene, anche senza arricchirsi.
Ma posso anche scrivere sul mondo reale, su tutto ciò che mi disgusta, mi lascia senza parole e mi provoca sofferenza.
Posso scrivere di me, del mio passato complicato e dimenticato oppure del mio presente sereno. Ed infine scrivo di come vedo il futuro mio e del mondo.
Anche se i presupposti non sono dei migliori, la mia è una visione ottimistica.
Questo è un mondo in cui non riesco ad inserirmi, ma ciò non significa che io non ami vivere e non sappia godermi la vita.
Al contrario, riesco a ridere in qualsiasi momento.
Sorrido sempre al mondo.

venerdì 8 maggio 2009

ALESSANDRO

Alessandro restava immobile. Seduto su quella panchina da due ore, fissava l'erba secca per terra. In realtà il suo pensiero era rivolto a Stella, sua sorella.
La ricordava mentre giocava in mezzo agli altri bambini. Nonostante fosse attorniata da marmocchi, era sola, sola come lui si sentiva in quel preciso istante.
Non poteva credere a quello che le aveva raccontato pochi giorni prima. Non capiva come Stella avesse potuto tenere tutto dentro. Si sentiva in colpa per non averlo capito prima, quando gli altri bambini la escludevano, quando Stella passava le notti a piangere e quando restava in silenzio davanti a domande poste da estranei.
Lo sguardo di Alessandro si spostò al fiume. Per un attimo provò quella sensazione di rivendicare l'innocenza della sorella.
Ormai non si poteva più. La persona che le aveva causato del male era morta. Per la prima volta si sentì impotente al dolore della sorella.
Una lacrima gli scese e si appoggiò sul naso.
Alessandro si alzò e tirò un pugno contro un albero. La mano gli prese a sanguinare, ma lui non sentì dolore.
Tornò alla panchina. Si sedette e restò inerme ad osservare il sangue che colava, come se un po' di dolore uscisse proprio di là.

martedì 5 maggio 2009

Tradimento

Su di me, sento ancora il tuo sguardo severo che mi fissa. Quello sguardo, svariate volte, mi ha guidata, evitando di commettere gravi errori. Ma quello stesso sguardo era in grado di tramutarsi, esternando dolcezza e facendomi sentire protetta, forte e sicura di me stessa.
Ore passate a raccontarti del mio forte dolore, quel segreto che non riuscivo più a tenere dentro. Una sola speranza: tu, la donna che consideravo una seconda mamma, ti sei proposta di aiutarmi. Ti vedevo così forte e sicura di te, che mi son lasciata cavalcare dalle tue idee. Mi sono fidata di te.
Da questo momento, nella mia testa si è creato solo buio. Dolore, sofferenza, medici che mi hanno provocato ulteriori danni, amici che si sono dileguati ed io che mi sono ritrovata sola in un posto che non conoscevo, ad affrontare situazioni già vissute. Solo i genitori disposti ad aiutarmi, ma la vergogna di raccontare la verità superava tutto. Con la finzione sono ritornata alla normalità, se così si può definire.
Tutto è diverso nella mia vita, cambiamenti radicali. Non sono certa di aver superato un ostacolo così grande.
Una sola domanda:
"Perchè mi hai abbandonata nuovamente?"
Quando mi dicevi che per te ero una figlia io ci credevo davvero.
Il tuo sguardo scivola via...

martedì 28 aprile 2009

Attimi di Vita

La pioggia continua a scendere. Scivola lungo il mio corpo. Penetra nella mia mente labile e la pulisce da tutti i sensi di colpa. Dietro tutte queste nubi scure, riesco a scorgere qualche raggio di sole, di speranza, di felicità.
Un colpo di vento riporta il grigiore, che mi riconduce nel buio, nella paura, nella vergogna.
Eppure mi sento ancora serena. Anche se quel sole è coperto e sono riuscita ad assaggiare pochi raggi, ora so che c'è. E' lì, pronto per rispuntare e scaldarmi.
Ed io sto qui confusa, incerta, insicura, ma con quella sensazione particolare che sento salire dallo stomaco, quell'emozione che non provavo da anni. La voglia di vivere.
Cerco di allearmi con me stessa, imparando ad amarmi, a conoscermi....
Sorrido al mondo, a me, al presente e al domani. Lancio un sorriso beffardo al destino.
Sotto la pioggia, osservo il Po che prosegue per la sua strada aggressivo, forte. L'acqua continua a cadere su tutto il mio corpo. Non mi muovo. Assaporo questo momento. Anche questa è vita

venerdì 24 aprile 2009

Meraviglioso

Traffico

Nella tranquillità della mia stanza, ascolto il vento sbattere contro la finestra, così insistentemente da infilarsi tra gli infissi e sfiorare il mio corpo immobile.
Seduta sul letto ripenso a tutte quelle volte in cui sarei voluta morire; alle volte in cui mi sentivo morta; quelle in cui mi ferivo. Depressione, psicoanalisi...
Osservavo il mondo degli altri da un vetro, ma io non partecipavo mai. Mai!
Ora mi sento viva, viva perchè ho la possibilità di scontrarmi con la morte. Giorni di attesa per sapere, scoprire, approfondire quale destino mi attende.
Dio, forse, mi sta solo punendo per tutti quei momenti passati a piangere, a soffrire, infliggere dolore a me stessa. Forse, vuole farmi capire, capire che dovevo smetterla di ripetere: "Voglio morire".
Proprio ora, ora che cominciavo ad assaporare la vita. A poco, a poco, come un bimbo comincia a conoscere.
Vorrei gridare, urlare, uscire da questa stanza. Ma per il momento non ho le forze!
Nella mia testa solo tanto traffico...