venerdì 27 novembre 2009

Il mio Male

Ho sentito qualcuno parlare del mio male, quel male che cerco di sconfiggere ogni giorno con le mie sole forze.
Ho sentito questa persona dare del pazzo a colui che soffriva del mio stesso malessere.
Ho scrutato tutti coloro che le stavano intorno. Ridevano ripetendo che solo i pazzi possono fare cose del genere.
Ho avvertito un terremoto dentro me. Il cuore ha aumentato la velocità dei battiti, come se non fossero già elevati.
La mente è andata in tilt, i miei occhi avrebbero voluto sputare fuori quelle lacrime piene di rabbia, rabbia per non essere in grado di difendere me, difendere tutti coloro che soffrono di quello stesso strazio.
Silenziosamente ho allontanato il mio spirito dal mio corpo.
Voleva soffrire distaccandosi. Aveva bisogno di realizzare.
Frasi, idee, pensieri contraddittori che si urtavano nella mia mente.
Da una parte coloro che mi assicurano che non sono pazza, che tutto è nella norma, anzi di parlarne in mezzo alla gente.
Dall'altra persone che potrebbero deridermi, se dovessi raccontarmi.
Il mio spirito non è ancora rientrato nel mio corpo.
Deve ancora riempire alcuni vuoti che sono troppo dolorosi.
Sento che la notte sta per finire.

venerdì 20 novembre 2009

Il vuoto dentro me

Guardami dentro.
Osservami minuziosamente,
Scrutami nel profondo, aldilà delle apparenze.
Se mi esplorassi profondamente, vedresti dietro il mio sorriso degli occhi pieni di dolore.
Sono grandi perchè devono contenerlo tutto.
Esteriormente potrei risultare felice, o semplicemente serena.
Credi che quando mi fermo a fissare il vuoto è perchè sono distratta.
Purtroppo non è così.
Quello è il momento in cui estrapolo dal mio spirito il vuoto che ho dentro e portandolo davanti ai miei occhi lo contemplo.
La tristezza, le delusioni, i problemi sfoggiano davanti ai miei occhi, presuntuosamente, arrogantemente.
Io presto attenzione a questo loro scorrere.
Capisco di non essere felice e serena come voglio far credere e così prendo distacco dalla realtà.
Penso a ciò che provo e che non riesco ad esternare.
La mia desolazione, la mia angoscia.
Eppure il mondo non si ferma. Il tempo prosegue così velocemente che spesso mi sembra di perdere tante emozioni dalla vita.
Torno in me sempre perchè qualcuno mi riporta sulla Terra, chiamandomi.
Questo è ciò che provo. Non sono distratta.
Vorrei tanto che lo capissi.

mercoledì 18 novembre 2009

Il mio posto fantastico

Mi sono ritrovata a scappare dai ricordi, dai miei pensieri.
Mi sono rifugiata nel mondo creato da me.
Il solito posto fantastico, in cui mi nascondo quando non voglio riflettere, realizzare.
C'è chi mi dice che i problemi vanno affrontati.
Io non ho ancora capito come si fa.
Credevo di essere più forte, eppure ieri mi è tornato in mente il mio ultimo male.
Davanti a me stessa mi sono bloccata.
Il fumo della sigaretta annebbiava ancora di più i miei pensieri.
Il cervello sembrava essersi fermato.
Un ricordo tornato a bussare. In realtà non l'avevo mai dimenticato.
Certe esperienze lasciano il segno, macchiano la tua anima.
Fingi di non vederle, ma prima o poi tornano a farti visita, magari attraverso un programma televisivo, un film, una canzone.
Proprio come è successo a me ieri sera.
Ho visto proiettato su un'altra donna ciò che è stato fatto a me.
E' stato come ricevere una freccia in pieno petto.
In quei momenti non sono nemmeno in grado di piangere.
Tanta voglia di tirare fuori questo forte dolore, ma la Vergogna, la paura di non essere creduta, ascoltata, me lo impediscono.
Allora preferisco dormire, sperando che il sonno cancelli tutto.

giovedì 12 novembre 2009

Ritorno

Nell'esatto momento in cui avevo pattuito con me stessa di prendere la mia vita in mano, cominciando ad assaporarla.
Nell'esatto momento in cui avevo creduto di vedere un raggio di luce.
Nell'esatto momento in cui vedevo il futuro un po' più sicuro, chiaro, stabile.
Nell'esatto momento in cui avevo deciso di accantonare i pensieri cattivi del passato e del presente.
E' proprio quando avevo deciso di superare ogni trauma e dimenticare alcuni ricordi tristi ed altri celati nel profondo della mia mente, che ti ritrovo davanti.
Sbattendoti contro sento dolore. Come una lastra di ghiaccio che mi sferza il viso.
Tornano a galla tutte le vecchie ferite, la rabbia e l'odio nei tuoi confronti. Il mio non ricordare, l'aver dimenticato quasi tutto di quel giorno in cui gli innamorati sono soliti scambiarsi regali ed effusioni. Quel giorno che dal calendario della mia testa è stato rimosso.
Sono ancora legata a te. Mi sento un' ex tossica, drogata di un amore malato. Tu mi fai ancora effetto. Come un ex alcolizzato che si trova davanti un bicchiere di vino. Non lo berrà, ma sicuramente avrà uno scombussolamento interno non indifferente.
Vorrei chiederti mille spiegazioni, per porre fine alla mia tortura e dare risposte a domande che mi pongo da anni. Ma la paura della tua reazione supera tutto. I tuoi comportamenti li ricordo bene. Un solo tuo sguardo mi terrorizzava.
Dovrò cercare nel mio inconscio. Lì si sono nascoste tutte le tue impronte crude. Lì si sentono al sicuro e non vorrebbero uscire.
Eppure avevo deciso di evitarlo questo lavoro duro e faticoso.
Sembra che il Destino non fosse d'accordo.
Perchè Destino mi fai questo? Vuoi forse distruggermi la vita?
Ma soprattutto perchè me la prendo col destino, in cui neanche credo?
Come ho potuto pensare di dimenticare ciò che la mia mente non mi permetteva di ricordare?

martedì 10 novembre 2009

Dannata Malinconia

Quella vita è scivolata via.
L'ho vista correre al mio fianco.
Mi ha sorpassata.
Ed io mi sono salvata dall'ignoto oscuro, saltando sul primo treno con destinazione misteriosa.
Tu sei rimasta giù, col tuo sguardo perso.
Eppure non sono stata in grado di dimenticare i momenti trascorsi con te, fragile sorella.
Quante frivolezze commesse in quella luce offuscata, poco luminosa.
Imprudenze che ci facevano ridere ed oggi posso ricordarle col sorriso.
Un sorriso che mi lascia dietro un po' d'amaro.
Tutta colpa di quella dannata malinconia.
Si aggrappa agli appigli nostalgici della mia mente.
Si insinua leggiadra come una ladra nei miei pensieri.
Nel rubarmi momenti indimenticabili, li lascia scorrere davanti ai miei occhi lucidi.
Rivivo il nostro legame forte, talmente forte da superare momenti atroci, struggenti.
La mia mano, la tua mano si stringevano. Asciugavi le mie lacrime. Io le tue. Ascoltavamo le stesse canzoni. Parlavamo la stessa lingua in materia di emozioni. Commettevamo errori simili.
Eravamo insieme.
Avverto proprio questa mancanza oggi.
La tua presenza.

giovedì 5 novembre 2009

Il Cerchio

In una serata particolare, magica e suggestiva, ci ritroviamo a parlare del nostro trascorso, amica mia.
Isolate dal mondo intero ci raccontiamo dei nostri ricordi inerenti alla fanciullezza, le nostre bravate.
Insieme cerchiamo di rimettere i pezzi, attimi vari, controllando che combacino tra loro per ricostruire la storia della nostra Adolescenza.
Adolesenze rubate, per molti versi difficili, ma simili.
Questo ancora oggi ci unisce.
Tiro fuori per l'ennesima volta stralci del mio trauma, la sofferenza della tua uscita di scena, il mio sentirmi sola.
D'improvviso diventi seria e mi dici che non mi avresti dovuto abbandonare. Forse sarebbe stato tutto diverso.
Io sorrido e penso che tu mi avrai anche abbandonata, nella tua giovane età e non per scelta tua, ma qualche anno fa, ritrovandoti, mi hai aiutata ad uscire da una brutta situazione.
Ridendo mi dici che il cerchio è chiuso.
Un giorno troveremo anche gli altri pezzi, per completare il puzzle.

lunedì 2 novembre 2009

Finzione

Ho assistito mille volte come spettatrice alla presentazione del film della mia vita.
Un film che non aveva una trama, nè una morale.
La mia anima confusa osservava dal di fuori un corpo morto.
Corpo che restava inerte davanti ad ogni evento o avvenimento.
Il mio Io fantasticava su una vita che non era la mia, rubando immagini altrui e fingendo di vivere in un mondo che non esisteva.
Era solo frutto della mia inventiva.
Separavo corpo e anima, imparando ad osservare le emozioni altrui, senza provare a vivere.
Del resto vivere non è semplice.
Soprattutto per chi si sente morto dentro, per chi impara a staccarsi dal proprio corpo ed osservarsi dal soffitto o da una parete.
Fingere di avere una Vita mia.
Ecco cosa facevo.