lunedì 29 dicembre 2014

Tu

Ho investito tutto il mio tempo libero a pensare a te, a quello che eravamo, a quello che ci ha portato ad allontanarci.
La mia mente è stata bombardata da mille domande, ma nessuna risposta mi ha tranquillizzata.
Si crede che perchè abbia una situazione soddisfacente non soffra, non avverta la tua assenza.
Non è così.
La tua mancanza si sente, si fa viva anche negli occhi dei miei figli.
Alle volte mi soffermo ad osservarli e cancellando la rabbia che provo nei tuoi confronti, ti ritrovo.
Rivedo il tuo sorriso nascosto, le tue espressioni buffe.
Fa male. Tutto questo non fa altro che aumentare l'intensità del dolore che porto dentro.
Tu mi completavi, mi conoscevi più di chiunque altro ed è proprio questo che causa maggiore rabbia in me.
Come hai potuto credere che io non volessi il tuo bene?
Un giorno mi hai detto che ero una persona speciale. Grazie a questo sono andata avanti, attraversando mille difficoltà; mi ripetevo che ero speciale.
Oggi, invece, per te non valgo nulla ed oggi non mi sento più così sicura.
Mi sono persa, ma a volte chiudo gli occhi e vedo te che mi tendi una mano e mi dici:
"Tu si che sei speciale!"
Manchi tanto.

giovedì 24 aprile 2014

Ho capito

Ho capito che la gente crea problemi
per un'insoddisfazione personale.
Ho capito che la felicità altrui
causa rabbia ai delusi, agli inappagati.
Ho capito che quando qualcuno necessita aiuto
si deve sempre essere presenti;
Ma ho anche capito che se sei tu ad aver bisogno,
gli altri avranno sempre problemi più gravi dei tuoi.
Ho capito che bisogna sradicare la cattiveria, 
allontanarsi da essa è dalle persone che creano zizzania,
perché anche se ti senti imbattibile,
essa ti contagerà, portandoti ad avere atteggiamenti che mai avresti pensato.
Ho capito che chi vuole sempre avere ragione con te,
non sbaglia mai con nessuno.
Ho capito che non bisogna permettere a nessuno di oltrepassare la tua libertà,
anche a costo di causare danni e sacrifici ad altri.
Ho capito che la gente che giudica sempre,
avrà in serbo una critica per te in qualunque modo ti comporterai.
Ho capito che bisogna stare lontano da chi non ha una buona parola per nessuno.
Ho capito che più sei disponibile e sensibile
più incontrerai gente pronta a gettare le proprie frustrazioni su di te. Tu sarai la loro rete, pronta a parare tutte le pallonate che dovranno gettarti addosso per sentirsi migliori.
Ho capito che ci si deve ribellare,
senza mai avere paura.
Ho capito che quando ci si ritrova in gruppo a parlare di un assente,
si creano guerre e false ipotesi.
Ho capito che l'istinto ci parla
e abbiamo il dovere di ascoltarlo
Ho capito che quando qualcuno ti accusa con rabbia 
in realtà vorrebbe accusare se stesso.
Ho capito che quando non vale la pena,
bisogna conservare la voce, senza gridare.
Ho capito che per lasciare fuoriuscire la rabbia,
non bisogna lanciarla in faccia a chi l'ha generata.
Basta andare su un monte alto e gridare il più forte possibile.
Ho capito che piangere non sempre libera.
Ho capito che chiarire con qualcuno per cui non provi alcun sentimento,
non serve a nulla.
Ho capito tutte queste cose sulla mia pelle.
Ora sono pronta per apprenderne altre.

giovedì 17 aprile 2014

Addio

Confusione che accoglie la razionalità, la logica, la lucidità,
lasciando in disparte le emozioni ed i sentimenti,
captando la malvagità delle persone,
 persone da cui mai avresti creduto di essere pugnalata, disertata, tradita.
Ma quante volte ho ripetuto queste parole?
Quante volte al mio cuore ho posto lo stesso problema?
Giornate trascorse a contemplare idee sfrecciarmi davanti,
come scene di film si materializzano, un po' traballanti, davanti ai miei occhi,
ed io le scruto e le analizzo, spingendole poi via.
La notte lascio che il mio corpo trasudi liquidi,
come per cacciare via tutte le efferatezze ricevute.
Provo a non incolparmi, ma tutti i tentativi risultano sterili.
Oggi, durante il cammino di un sogno, un'anima mi ha sussurrato queste parole:
"Pensi di essere anche la causa della fame nel mondo?"
Improvvisamente si apre una porta luminosa davanti a me e nel labirinto dei miei pensieri comincio a ritrovare la strada.
Domande a raffica attanagliano la mia mente per alcuni minuti:
Possibile che la sbagliata non sia io?
Possibile che per non provare dolore incolpi sempre me?
Possibile che per non accettare l'uscita di alcune persone e
per abbracciarle nuovamente in un futuro, mi convinca di commettere ambiguità, spropositi, errori?
Ecco che ad un certo punto, il cielo dentro me, comincia a schiarirsi, lasciando spazio al sole.
Il mare agitato nella profondità della mia anima, si calma, permettendomi di osservare la tranquillità.
Proprio in quel momento ti ho visto.
Voglio ricordarti così:
seduto sulla panchina, con i tuoi capelli mossi, alzati da un lieve venticello, bevi una birra.
Mi sorridi, mostrandomi una felicità nascosta, ignaro del fatto che qualche anno dopo mi avresti tradita, abbandonata, delusa, ferita. Mi parli, mi racconti le tue confidenze più strette.
Io ti ascolto, piena, sazia perché so che su di te potrò sempre contare.