Alle volte mi ritrovo ancora negli occhi grandi e smarriti di quella bimba.
Occhi gialli che nascondevano un malessere sconosciuto.
Sui fogli gettavo tutto il mio dolore, tutte quelle parole che non riuscivo a pronunciare. Molte volte avrei voluto parlare, ma poi un blocco, il buio e nemmeno una sillaba fuoriusciva dalle mie labbra.
Avverto quella sofferenza, la sento salire dallo stomaco e fermarsi al cuore.
Sento gli sguardi severi delle persone su di me, persone che puntano il dito contro un esserino innocente.
Abbasso lo sguardo e rivivo attimi struggenti.
Come spettatrice seduta in una poltrona di teatro, osservo il palcoscenico nascosto dal sipario color rosso spento che improvvisamente si apre dal centro e lascia passare una luce che apre a sua volta la mia memoria. Ora vedo tutto più chiaro, vedo la crudeltà degli adulti.
Mi riscopro bambina e soffro in silenzio per me, per non aver creduto nella mia persona, ma soprattutto per aver permesso agli altri di farmi del male.
L'immensa potenza del mare è una musa che mi sovrasta, generando in me onde di emozioni e schizzi di idee
sabato 9 maggio 2015
Bambina
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