sabato 9 maggio 2015

Bambina

Alle volte mi ritrovo ancora negli occhi grandi e smarriti di quella bimba.
Occhi gialli che nascondevano un malessere sconosciuto.
Sui fogli gettavo tutto il mio dolore, tutte quelle parole che non riuscivo a pronunciare. Molte volte avrei voluto parlare, ma poi un blocco,  il buio e nemmeno una sillaba fuoriusciva dalle mie labbra.
Avverto quella sofferenza, la sento salire dallo stomaco e fermarsi al cuore.
Sento gli sguardi severi delle persone su di me, persone che puntano il dito contro un esserino innocente.
Abbasso lo sguardo e rivivo attimi struggenti.
Come spettatrice seduta in una poltrona di teatro, osservo il palcoscenico nascosto dal sipario color rosso spento che improvvisamente si apre dal centro e lascia passare una luce che apre a sua volta la mia memoria. Ora vedo tutto più chiaro,  vedo la crudeltà degli adulti.
Mi riscopro bambina e soffro in silenzio per me,  per non aver creduto nella mia persona, ma soprattutto per aver  permesso agli altri di farmi del male.