venerdì 8 maggio 2009

ALESSANDRO

Alessandro restava immobile. Seduto su quella panchina da due ore, fissava l'erba secca per terra. In realtà il suo pensiero era rivolto a Stella, sua sorella.
La ricordava mentre giocava in mezzo agli altri bambini. Nonostante fosse attorniata da marmocchi, era sola, sola come lui si sentiva in quel preciso istante.
Non poteva credere a quello che le aveva raccontato pochi giorni prima. Non capiva come Stella avesse potuto tenere tutto dentro. Si sentiva in colpa per non averlo capito prima, quando gli altri bambini la escludevano, quando Stella passava le notti a piangere e quando restava in silenzio davanti a domande poste da estranei.
Lo sguardo di Alessandro si spostò al fiume. Per un attimo provò quella sensazione di rivendicare l'innocenza della sorella.
Ormai non si poteva più. La persona che le aveva causato del male era morta. Per la prima volta si sentì impotente al dolore della sorella.
Una lacrima gli scese e si appoggiò sul naso.
Alessandro si alzò e tirò un pugno contro un albero. La mano gli prese a sanguinare, ma lui non sentì dolore.
Tornò alla panchina. Si sedette e restò inerme ad osservare il sangue che colava, come se un po' di dolore uscisse proprio di là.

4 commenti:

  1. molto duro e triste il tuo post,ciao bacio.

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  2. Sì è molto duro! Un bacio e buon week end

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  3. mi piace molto il tuo blog, davvero bello!!
    baci

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  4. Ti ringrazio tanto Raffaella! Mi sembri una ragazza molto solare e positiva... Ti seguo! Baci

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