giovedì 19 luglio 2012

Una "Me" da dimenticare

E' una sera come tante altre: solito insieme di suoni ad eccessivi volumi che fuoriescono dalle auto, solito chiasso causato da cani annoiati, soliti neonati che urlano contro una notte dolorante, solite moto che al solo accelerare, infastidiscono i timpani.
Eppure io mi sento strana, diversa, un po' malinconica e un po' felice.
Apparentemente direi che non c'è nulla di nuovo, alcun mutamento avvenuto nella mia vita.
In realtà in solo un anno si è capovolto tutto il mio mondo.
Si è distrutto per ricrearsi lentamente, cercando di rendere costruttivo ogni passaggio doloroso che mi ha portato ad essere quella che sono oggi.
In alcuni tratti mi sono riscoperta cattiva, è fuoriuscito dal mio interno, il mio "Io" più crudele, vendicativo e rancoroso. Quel modo di essere che mai avrei pensato appartenermi. Ma è accaduto. Non importa se sono stata portata ad avere reazioni similari, ciò che conta è aver conosciuto una parte di me, latente fino ad un certo punto della mia vita.
Sembravo non ragionare più, come se avessi perso il senno. Nella mia mente aleggiava un'unica parola: "Vendetta".
Ogni tanto tornavo in me, ma quella situazione mi feriva troppo e in breve tempo rientravo nelle vesti di quel nuovo personaggio barbaro, duro ed immorale.
Tutto ad un tratto la nebbia. Un ostacolo più duro del previsto, più duro anche di quella circostanza.
Un ostacolo scavalcato nel migliore dei modi, che però mi ha portato a riflettere, fino a ricacciare nell'abisso quell'essere torvo e ritrovarmi.
Non cerco la perfezione, ma non sono vendicativa e il raccapezzarmi, dopo un lungo e oculato cammino mi ha aiutato a capire che tutto ciò a cui devo prestare attenzione è la mia vita e ciò che gira intorno.
Per questo decido di stare in silenzio ad ascoltare i rumori della notte e raccontarmi per la prima volta, senza vergogna, quello che è avvenuto dentro di me.