venerdì 14 luglio 2023

Un corpo vuoto

Un corpo vuoto,
steso sull'erba.
Nulla sentivo, né se l'erba fosse bagnata
né se fosse fredda.
Non sentivo nemmeno il peso di lui su di me.
Solo una leggera angoscia provenire dallo stomaco, mentre ero pietrificata col volto girato verso sinistra.
Gli occhi non erano rigati di lacrime,
anche loro erano scappati.
Non volevano vedere quello che stava accadendo.
L'anima da fuori osservava 
cercando di nascondere nel più intimo di sé quel ricordo,
sotterrandolo.
Un pastore tedesco e il suo abbaiare mi riportano alla realtà. Quel lupo aveva allontanato il mio aggressore.
L'anima rientra.
Mi tiro su, dopo essermi sistemata i pantaloni, e spaventata  scappo verso l'uscita. 
L'angoscia e un senso di nausea
mi accompagnano in quel breve tragitto. 
La paura mi tiene in piedi.
La voglia di vivere mi dà coraggio.
Ma lui sbuca nuovamente. 
Mi sento crollare.
Il passo successivo sarebbe stato ammazzarmi. Me l'aveva detto lui.
Gli chiedo scusa, gli dico che lo amo per salvarmi...
E mi salvo, tenendo dentro me, seppellito, interrato nei meandri più oscuri del mio cervello, l'atto più atroce che una donna possa subire.
Avevo 16 anni.
A 16 anni non sei in grado di reagire, di raccontare. Meglio dimenticare, rimuovere.
A 16 anni sono morta.
Oggi, finalmente, sono rinata.
Il dolore è qui con me.
Lo vivo, lo sento.
Accarezzo quella ragazza, facendole sentire che da oggi ci sarà qualcuno che si prenderà cura di lei.