Il blog dell'Una
L'immensa potenza del mare è una musa che mi sovrasta, generando in me onde di emozioni e schizzi di idee
giovedì 24 luglio 2025
Lezioni di Vita
Ero in mare. I cavalloni arrivavano alti, forti, arrabbiati. Mi colpivano con violenza: agli stinchi, alle cosce, all’addome. Facevano male. Ma ero pronta. Li aspettavo. Li vedevo arrivare.
Sapevo che avrebbero lasciato il segno.
Quello che non avevo previsto era la forza del loro ritorno.
L’acqua che mi trascinava indietro, con ancora più potenza.
Mi colpiva alle spalle, ai polpacci.
Proprio come fa il passato, quando non vuoi lasciarlo andare. Quando ti tira con sé anche se tu vorresti solo restare dove sei.
E ho capito che l’unico momento davvero reale era lì:
l’attesa dell’onda.
Il presente.
Non il passato che ritorna.
Non il futuro che spaventa.
Solo quel respiro prima dell’impatto.
Solo adesso.
sabato 12 luglio 2025
Una sera qualunque
Era una sera qualunque. Una di quelle in cui il mondo sembrava procedere senza accorgersi di me. Una di quelle in cui la solitudine non fa rumore, ma pesa, come un sasso nel petto. Me ne stavo seduta nel mio angolo di silenzio, a guardare la notte calare piano sulle case. I grilli cantavano, ignari, e le voci dei vicini si rincorrevano nell’aria estiva. Ridevano, parlavano, vivevano. Un sabato sera come tanti. Per loro, almeno.
Io no. Io ero altrove. O forse ero qui, troppo qui, troppo dentro di me. E proprio lì, in quello spazio interno in cui raramente qualcuno osa entrare, ho capito. Ho capito qual è il mio posto nel mondo: quello della spettatrice. Nessun ruolo da protagonista. Solo una sedia in fondo alla sala, da cui guardare gli altri vivere.
I pensieri si attorcigliavano come fili elettrici. Cercavo risposte, cercavo pace, cercavo anche solo una certezza. Ma la verità è che la vita con me non è stata clemente. Una sofferenza dietro l’altra, come se qualcuno, da qualche parte, avesse deciso che io dovessi imparare tutto nel modo più duro. Non ricordo nemmeno più com’è stata l’ultima volta che mi sono sentita veramente leggera. Forse non è mai successo.
Eppure, dentro me, resta viva una convinzione: meritavo qualcosa di diverso. Non parlo di miracoli o favole, solo di un po’ di quiete. Di un amore semplice. Di una felicità discreta. Ma queste cose, per ora, sembrano sempre appartenere agli altri. A quelli che brindano sui balconi, che ridono nei cortili, che si stringono forte nei parcheggi. Io invece stringo solo i pezzi della mia anima, cercando di sistemarli come meglio posso.
Mi basterebbe così poco, davvero. Anche solo un bicchierino di vodka per sentire qualcosa di fresco in gola, qualcosa che spezzi la tensione, che illuda per un attimo. Vorrei ascoltare i pensieri degli altri, immergermi nelle loro vite, credere per un attimo che la mia possa assomigliare a quella di chi ha trovato un equilibrio, una ragione, una persona.
Invece mi ritrovo a pensare che l’amore — quello che nei film sembra inevitabile, persino facile — forse non è destinato a me. Lo osservo da fuori, come tutto il resto. Mi commuovo per gli altri, gioisco per loro. E poi torno a casa, chiudo la porta, e lecco le ferite che nessuno ha mai visto. Le ferite che ho imparato a curare da sola.
E a volte, in quelle notti più lunghe, chiedo scusa. Alla me bambina, per tutte le promesse infrante. Alla me ragazza, per tutte le battaglie perse. Non sono riuscita a darle quella rivincita che tanto aspettavamo. Non ho saputo salvarla da ciò che le avrebbe fatto più male: la sensazione costante di non essere mai abbastanza per ricevere il bene che si dava agli altri.
Ma domani arriverà. Perché arriva sempre, anche se nessuno lo aspetta davvero.
E io, come ogni giorno, indosserò il mio sorriso. Quello che mi fa sembrare forte, felice, risolta.
Quello che gli altri ammirano, senza sapere cosa nasconde.
È la mia armatura. La mia bugia più sincera.
Spero solo che domani arrivi presto.
Perché stasera, questa sera qualunque, mi pesa un po’ di più.
giovedì 31 ottobre 2024
E così...
E così mi è crollato il mondo addosso.
Non in un momento qualunque, ma quando lottavo con i fantasmi del passato, quel passato scomodo, a tratti angosciante.
Con grossa fatica a volte trapela qualche brandello rinchiuso in un lato oscuro del mio cuore.
In quel posto latente a nessuno è concesso entrarvi, talvolta nemmeno a me.
E così mi è crollato il mondo addosso,
quando avevo più bisogno di qualcuno che mi stringesse a sé, senza parole inutili.
Un semplice abbraccio per sistemare i frammenti della mia anima.
E così mi è crollato il mondo addosso,
proprio quando avevo bisogno di rilassarmi e godere quello che la vita mi aveva donato.
Mi immaginavo arrivata.
E così mi è crollato il mondo addosso e anche se non so da dove ripartire, devo provarci.
Lo devo alla me bambina, alla me ragazzina e alla donna che sono oggi.
giovedì 26 settembre 2024
L'arcobaleno
Finalmente la pioggia.
Il cielo era stufo delle nuvole.
Il buio, il freddo e l'oscurità fanno paura.
L'acqua cade e scava dentro me.
Come le nuvole, mi sento pesante, piena e lascio andare la sofferenza. La lascio scorrere nelle mie vene, nel mio corpo. Quel corpo stanco e fragile.
La pioggia diventa mia compagna. Il vapore si sparge.
Sbattono nella mia mente offuscata dalla nebbia le goccioline d'acqua.
La malinconia è più forte.
Una luce si accende in una stanza nella mia testa.
Calma, pace e tranquillità.
Arriverà un nuovo momento, fatto di luce e sole.
Intanto attendo l'arcobaleno.
giovedì 25 aprile 2024
Guerriera
Sono caduta, e una volta a terra sono crollata. Mi sono sentita morire. Il dolore sangue vivo, tormento vero, il male più cattivo con cui mi sia mai scontrata e da chi non me lo sarei mai aspettato.
Per l'ennesima volta mi sono trovata per terra, ma con la consapevolezza di una donna. Non sono più quella bambina e nemmeno quella ragazzina che avrebbero dovuto pretendere che un adulto le rialzasse, le aiutasse a passare per quel tunnel buio, accompagnandole nel dolore.
Ora lo so che nessuno mi tenderà la mano, perché quando cadi nell'oblio, sei la sola in grado di rialzarsi, risollevarsi.
Non è facile. Infinite fasi bisogna attraversare e se si vuole veramente risalire, bisogna affrontarle tutte.
Con le frecce nel cuore di chi mi ha voluto ingannare, mi trascino.
Non sono ancora in piedi. Devo ricucire tutte le mie ferite, che credo nessuno meriti, ma soprattutto chi, ha cercato di ricostruire una vita dopo tanti calci ricevuti nell'infanzia.
Ancora pugni dritti in faccia, senza nessuna colpa.
Come una vera guerriera mi rialzerò.
domenica 17 dicembre 2023
Una donna tradita nuovamente
La gente mediocre crede che chi sorride sia superficiale, abbia ottenuto tutto quello che ha, in modo semplice dalla vita.
Tutto ciò che ho me lo sono guadagnato, lottando e sacrificando, spesso lasciando da parte la persona che sono.
Sono stanca di sentirmi dire "per te è facile".
Ma cosa ne sai? Cosa ne sapete voi che puntate il dito dall'altezza della vostra pochezza, cosa si cela dietro il mio sorriso?
Mi sento sottoterra, sconfitta, debilitata, ma sorrido.
Ho affrontato tempeste, guerre, carestie ed epidemie. E sono ancora in guerra, ma viva.
Sicuro che avresti fatto lo stesso mio percorso? Allora metti i miei panni dalla mia nascita e percorri esattamente la mia strada, con tutti gli schiaffi, i calci, le botte che ho preso.
Non so in quanti sarebbero ancora qui.
Dietro il mio sorriso c'è il dolore, la sofferenza, la disperazione e talvolta la distruzione di una donna che alla fine ce l'ha fatta e continua a farcela o perlomeno ci prova, perché per noi il tradimento è sempre dietro l'angolo. Noi veniamo attaccate dalle persone mediocri, perfide che non riescono a farsi una vita, ma giudicano quella degli altri.
Quindi prima di giudicare pensa, se riesci a connettere quei pochi neuroni che hai.
venerdì 14 luglio 2023
Un corpo vuoto
Un corpo vuoto,
steso sull'erba.
Nulla sentivo, né se l'erba fosse bagnata
né se fosse fredda.
Non sentivo nemmeno il peso di lui su di me.
Solo una leggera angoscia provenire dallo stomaco, mentre ero pietrificata col volto girato verso sinistra.
Gli occhi non erano rigati di lacrime,
anche loro erano scappati.
Non volevano vedere quello che stava accadendo.
L'anima da fuori osservava
cercando di nascondere nel più intimo di sé quel ricordo,
sotterrandolo.
Un pastore tedesco e il suo abbaiare mi riportano alla realtà. Quel lupo aveva allontanato il mio aggressore.
L'anima rientra.
Mi tiro su, dopo essermi sistemata i pantaloni, e spaventata scappo verso l'uscita.
L'angoscia e un senso di nausea
mi accompagnano in quel breve tragitto.
La paura mi tiene in piedi.
La voglia di vivere mi dà coraggio.
Ma lui sbuca nuovamente.
Mi sento crollare.
Il passo successivo sarebbe stato ammazzarmi. Me l'aveva detto lui.
Gli chiedo scusa, gli dico che lo amo per salvarmi...
E mi salvo, tenendo dentro me, seppellito, interrato nei meandri più oscuri del mio cervello, l'atto più atroce che una donna possa subire.
Avevo 16 anni.
A 16 anni non sei in grado di reagire, di raccontare. Meglio dimenticare, rimuovere.
A 16 anni sono morta.
Oggi, finalmente, sono rinata.
Il dolore è qui con me.
Lo vivo, lo sento.
Accarezzo quella ragazza, facendole sentire che da oggi ci sarà qualcuno che si prenderà cura di lei.
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